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De Sisti: “Firenze? Mi ha adottato come un figlio. Mandragora? Bastava avere pazienza”

A Tuttomercatoweb ha parlato in esclusiva Giancarlo De Sisti. Queste le sue dichiarazioni:

“A 80 anni si guarda molto indietro e meno davanti. È tempo di bilanci ed è tempo di pensare a quello che è stato e a quello che è. Sono arrivato con una discreta lucidità mentale, grazie a Dio”.

Il ricordo più bello di Firenze?
“È un ricordo globale, che inserisce nello stesso dei momenti di vita veramente belli vissuti in quella splendida città che mi ha accolto con curiosità e grande simpatia. E adottandomi quasi come un figlio. Qualsiasi momento è stato buono, anche quando c’era da soffrire o piangere per come stava andando. La ricordo nella sua interezza. Come fai in una città che vive di calcio a non rammentare questo titolo che è stato un qualcosa di impensabile?”.

Fiorentina?
“Sta trovando quella continuità che era tipica l’anno passato. In genere quando si acquistano diversi giocatori che via via vengono inseriti, uno scotto lo devi pagare come la discontinuità. Se comincia a tenere il passo dell’anno scorso, come sembra a essere orientata, credo che farà bene sia in Conference che in campionato. La Fiorentina sta crescendo e sta ritrovando la consapevolezza che non sono inferiori a tanti altri club. Speriamo che continui così perché porsi degli obiettivi e cercare di arrivarci è il modo migliore di avere successo”.

Mandragora?
“A volte non abbiamo pazienza di aspettare dei giocatori che concettualmente possono essere una novità. Non abbiamo la forza e la pazienza e non riusciamo a considerarli per quello che sono. Mandragora sa giocare a calcio, ha un buon piede e quindi va seguito con attenzione. Ogni tanto fa vedere i massimi che può esprimere un calciatore. Secondo me se uno è bravo è sempre bravo, poi magari può non rendere e va sollecitato, ma è umano che uno possa giocare non sempre bene. Un altro che gioca bene è Bonaventura, un altro ancora è Amrabat che non è un regista anche se viene impiegato da oppositore centrale. Per giocare in quel ruolo bisognerebbe essere più svelti, ma lui è bravo a giocare. Mi piace anche Saponara perché tecnicamente non gli puoi dire niente, devi dirgli solo di fare quello che sa”.

Manuel Cordero

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