Il giornalista Stefano Cappellini, sulle pagine della Repubblica Firenze, si sofferma sulla gara tra Fiorentina e Club Brugge attraverso la sua rubrica “Il cubo di Kubik”.
Di seguito il suo approfondimento dal titolo “Un finale hollywoodiano per una stagione pazza”.
Sembrava la sceneggiatura di un film hollywoodiano, quello dove al protagonista ne succedono di tutti i colori e poi, colpo di scena, tutto va a posto nell’ultima scena. Il gol di Nzola è stato questo, dopo la misteriosa sparizione e un anno di stenti assoluti. C’è ancora qualcosa di magico in questa Fiorentina che soffre, le prende, le ridà e alla fine è ancora lì, a un passo da qualcosa di clamoroso, la seconda finale europea consecutiva
Certo resta la maledizione di partite dominate e poi vinte di un nulla, e magari anche perse. Il Bruges è andato via da Firenze con un tiro e mezzo e due gol. Pazienza, ormai è prendere o lasciare, alcuni difetti questa squadra non riesce più a correggerli, si può solo sperare di farne uno in più degli avversari, con la consolazione e la speranza che in Belgio basterà anche meno, un pareggio
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