Christian Manfredini, un anno a Firenze (2003/04), prima la gloria nel Chievo dei miracolo, dopo l'avventura Toscana gli anni romani alla Lazio. Esterno, gran corridore e dribblatore, l'ex calciatore della Fiorentina ha parlato in esclusiva a FiorentinaUno raccontando i suoi pensieri tra attualità e ricordi: Christian, la Bundesliga è ripartita senza intoppi e con tanto di guadagnato. Possono essere un esempio anche per noi? "La Bundesliga è un campionato vicino a noi, tra i più importanti. Sicuramente possono essere d'esempio, sono stati sotto gli occhi del mondo e continueranno ad esserlo per altre settimane. Si sono comportati bene in questo ritorno in campo". E' difficile da dire, ma se si fosse ritrovato in questa situazione sarebbe stata più la paura di giocare oppure la voglia di tornare in campo? "Credo un po' entrambe le cose, la paura è normale che ci sia. Ma noi siamo nati per lo sport, il richiamo sarebbe stato fortissimo e la voglia di tornare a giocare di conseguenza anche". Lei che di fascia se ne intende, Chiesa potrebbe giocare nell'ipotetico 3-5-2 di Conte o sarà sempre un calciatore da ultimi trenta metri? "E' un giocatore di grande talento che può dare anche di più, io sinceramente lo vedo più offensivo ma se avesse voglia di fare un salto in più dovrà essere bravo ad adattarsi e coprire più campo". In futuro dove lo vede? "Dipende dalle sue ambizioni, andare in una squadra come la Juventus vorrebbe dire lottare per obiettivi diversi e fare il definitivo salto di qualità. La Fiorentina fino a quale anno fa era una delle "Sette sorelle", oggi è un po' ridimensionata ma vuole tornare ai fasti di un tempo. Però servirà tempo, se Chiesa volesse migliorare subito la Juventus gli permetterebbe di velocizzare la sua crescita e di raggiungere i suoi obiettivi". Ieri è arrivata la triste notizia legata ad un suo ex compagno della Fiorentina... "Sono stato tutto il giorno a pensare a Michele (Bacis). Starà passando ore veramente struggenti, gli sono molto vicino". Cosa porta dietro della sua esperienza in viola? "E' stata una stagione travagliata, non ho potuto dare quello che volevo. Però i tifosi, la citta, la squadra, quelle sono cose che mi sono rimaste dentro". Le piace mister Iachini? "E' un tecnico preparato, una garanzia. Lo hanno sempre chiamato per rimettere a posto le situazioni, non ha mai allenato grandi squadre ma spesso è stato scelto per tappare i buchi. Però è riuscito sempre a farlo bene, non è cosa da poco". Per il futuro si parla sempre di Spalletti che lei ha incrociato a Roma in qualche derby... "Luciano ha allenato squadra importanti, è un allenatore di un certo livello. Da toscano sono certo che gli piacerebbe allenare la Fiorentina, però bisogna tener conto che si muove solo per progetti importanti. Probabilmente non gli basterebbe neanche avere una squadra da Europa League ma la vorrebbe da Champions…". Qualche giorno fa Perrotta ha ricordato proprio come il tecnico di Certaldo gli abbia cambiato la carriera spostandolo più avanti. Si immagina un processo simile per Castrovilli? "Simone ha detto una cosa giusta, ringrazierà sempre Spalletti perché gli ha permesso di crescere e segnare molto di più. Castrovilli è un talento, deve ultimare il processo per diventare un giocatore straordinario, un campione. Per me ha tutte le carte in regola per farlo, ma nel calcio moderno è importante saper coprire più ruoli. Sono convinto che lui lo possa fare perché ha le caratteristiche sia per rincorrere che per attaccare la porta. Il talento che ha deve sfruttarlo per imparare a fare tutto". di Vincenzo Pennisi    
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