
Roberto De Zerbi, ex tecnico del Sassuolo da poche settimane alla guida dello Shakhtar in Ucraina, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di TopCalcio 24: “E’ stata un’Italia meravigliosa che ha reso felici tutti, non solo per il risultato, ma anche per come ha vinto. Essere italiano a livello calcistico è sempre stato un orgoglio perché, con i nostri pregi e difetti, siamo sempre stati protagonisti. Poi abbiamo avuto momenti meno felici, ma una vittoria come questa dopo la mancata qualificazione al Mondiale ci voleva. Fa bene a tutti. Il successo dell’Italia figlio anche della nuova mentalità dei tecnici italiani? Sono constatazioni che lasciano il tempo che trovano. La verità è che è stato bravissimo Mancini. Prima dell’Europeo dissi che a prescindere dal risultato vedere giocare la Nazionale era tornato ad essere un piacere. Grazie a Mancini si è vista una mentalità diversa, il merito è solo suo. Berardi e Locatelli? Loro non avevano bisogno di me come allenatore. Erano forti anche prima. A forza di martellarli forse, però, sono diventati più forti mentalmente. Al rigore di Berardi ammetto di essermi emozionato perché so quanto sia sensibile. Lo stesso vale per l’errore di Locatelli, è stato come se lo avessi commesso io. Tutto questo senza dimenticare Raspadori e Caputo, a cui ho pensato ieri, che ha saltato l’Europeo per un infortunio. Perché ho scelto di lasciare l’Italia per l’Ucraina? Ho lasciato l’Italia perché consideravo terminato, a malincuore, il mio percorso al Sassuolo. Altrimenti non me ne sarei mai andato. Lì mi sono divertito. Una volta capito che il percorso era terminato lo Shakhtar è stata la società che più si è avvicinata al mio ideale di calcio. Potermi confrontare con la Champions però è sicuramente una gratificazione”.