Gudmundsson e Kean (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images via One Football)
Il Corriere dello Sport si è soffermato sul tridente Gudmundsson-Kean-Dzeko, un trio che, secondo il quotidiano, potrebbe funzionare. Ecco come.
Gudmundsson raramente è stato attratto dal pallone all’indietro, dove è poco Gud e molto calciatore normale snaturato nelle caratteristiche che gli appartengono e di sicuro disinnescato negli ultimi venti-venticinque metri, e quasi sempre invece è rimasto oltre la linea di metà campo a suggerire il passaggio del difensore che imposta (Pongracic) o di Fagioli per cercare di trasformarlo poi in assist per Kean e Dzeko. Che tra loro si sono divisi bene i compiti, belli avanzati e belli pronti ad inserirsi in profondità: il centravanti c’è riuscito in almeno tre occasioni per ovvie ragioni d’intesa e una di esse è stata una nitida palla-gol sul filtrante di Dodo, ma il bosniaco ci ha tentato spesso a sua volta dall’alto di un’intelligenza calcistica superiore.
Ed è tutta solo questione di tempo, poi sarà 3-4-1-2 con il rifinitore alle spalle dei due attaccanti, Gudmundsson dietro Kean e Dzeko, oppure con Gudmundsson e Dzeko trequartisti (Fazzini e Richardson le alternative designate, almeno stando sempre a quanto visto nelle partite in Inghilterra) alle spalle di Kean nel 3-4-2-1 che non a caso è stato utilizzato da Pioli nelle due amichevoli oltre la Manica per garantirsi una Fiorentina con molte soluzioni offensive.
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