Benedetto Ferrara, sulle pagine dell’edizione odierna de La Nazione, approfondisce i temi legati al Franchi e al Viola Park.
Queste le sue parole: “La serie lo stadio di plastica continua. Siamo alla nuova stagione, quella arricchita dal mitico Viola Park e da qualche complicazione. Allo spettatore non resta che trovare il colpevole, ma mica è così semplice. Il centro sportivo più bello d’Europa è una cosa fantastica e questo lo abbiamo capito e lo sappiamo bene, visto che lo aspettavamo dal primo disco degli Wham o forse di Gigliola Cinquetti. Qualche problema c’è. E alla fine ci rimette il tifoso, che da una parte è molto grato e orgoglioso della nuova casa della sua Fiorentina, dall’altra dispiaciuto per non poter assistere dal vivo alle prime amichevoli. Colpa delle istituzioni, tuona la società e con lei, ovviamente, il tifo organizzato, dall’altra la prefettura sostiene di non aver ricevuto nessuna richiesta di deroga per i problemi di sicurezza dovuti ai cantieri in corso”.
Continua così: “La fretta di ricominciare la stagione da Bagno a Ripoli ha portato con sé effetti indesiderati, compreso il fatto che, restano fuori anche i pensionati, i possessori della tramvia card, da anni abituali frequentatori dei cantieri sistemati qua e là in giro per la città. Troppa fretta, si potrebbe pensare. O troppa lentezza da parte della burocrazia. Ognuno la pensi come vuole, resta il fatto che poi tutto si risolverà, come ogni serie che si rispetti. Resta da vedere quante puntate mancano alla fine. Il filone narrativo del Viola Park è agli ultimi dettagli, ma poi c’è il problema dello stadio e quello dell’altro stadio, il figlio minore del Franchi, in vendita da Ikea Qui il mistero è fitto ed è una specie di Nardella contro tutti”.
Conclude così: “Da una parte la Fiorentina che non ne vuole sapere di restare fuori dal Franchi, dall’altro l’assenza di quei 55 milioni destinati dal Pnnr alla riqualificazione delle periferie, e non è questo il caso di Campo di Marte, che non sarà Beverly Hills ma, insomma, non se la passa malissimo. Qui manca chiarezza sul mandante. Il governo dice che la decisione l’ha presa l’Europa, l’Europa sostiene che l’indicazione parrebbe essere arrivata dal governo”.
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