Teotino: "Pioli non è un grande allenatore. La Fiorentina sembra una società di Serie B"
Gianfranco Teotino, ex dirigente della Fiorentina ha parlato a Radio Bruno

Gianfranco Teotino, ex dirigente della Fiorentina ha parlato a Radio Bruno
Nazionale
Nazionale? L’improvvisazione è tantissima, il cambio di ct mi pare quanto meno tardivo, io l’avrei fatto un anno fa. All’Europeo si era capito che Spalletti non aveva trovato le chiavi per aprire la porta della Nazionale e capire come si allena una Nazionale. Ma il problema non da oggi, ma almeno da 15 anni, non è di commissari tecnici, bensì di sistema calcio italiano. Che rende quasi impossibile il lavoro dei ct. Una base di giocatori selezionabili troppo ristretta, sappiamo la situazione dei settori giovanili. Credo che quella di Ranieri sarà una buona scelta, ma è una toppa da qui a giugno per non saltare il terzo Mondiale consecutivo. Di allenatori liberi non ce ne sono tanti in Italia per prendere questa patata bollente, se la scelta fosse stata fatta un anno fa magari sarebbe andata in maniera diversa. Credo ad esempio che Ancelotti avrebbe accettato la Nazionale. Ma un anno fa c’erano Conte e Allegri liberi, per fare una scelta più ragionata. Non mi sorprende che Pioli sia finito in questo cerchio di possibilità. Sul discorso Pioli-Fiorentina… io non credo mai ai cavalli di ritorno, che hanno il sapore della minestra riscaldata. Avrei scelto una strada diversa, nuova, che andasse nel senso della scelta fatta su Palladino. Poi la cosa è finita male per colpa un po’ di tutti e soprattutto di Palladino per com’è finita. Ma mi piaceva quel tipo di progetto, puntare su un giovane ambizioso per costruire una squadra ambiziosa. Su Pioli non so, non mi entusiasmano mai i ritorni

Pioli
Ha vinto uno scudetto, ha fatto bene complessivamente al Milan in quegli anni. Così come aveva fatto bene in altre piazze. Ma vedo Pioli appartenere alla categoria dei buoni allenatori, non dei grandi allenatori. Alla Fiorentina ci è già passato. L’ultima stagione in Arabia non mi pare abbia fatto benissimo, non arriva neanche sulle ali dell’entusiasmo. Era stato chiamare per vincere ma non ha vinto laggiù. C’è l’idea di dover ricominciare, per questo ero favorevole ad una permanenza di Palladino. Anche se non do un giudizio positivissimo dell’ultima stagione, era la Fiorentina più forte dell’era Commisso. Mi aspettavo qualcosa in più, di una qualificazione Conference arrivata per gli scivoloni degli altri che per i tuoi successi. Non parliamo poi delle coppe. Ma il finale con almeno un traguardo raggiunto avrebbe ridato un po’ di fiducia all’ambiente. Il problema è che nell’ultimo anno e mezzo è la struttura societaria che è stata deficitaria. Il management della Fiorentina è quantitativamente e qualitativamente insufficiente per una società che ha l’ambizione e anche i mezzi della Fiorentina. Ancor prima dall’allenatore bisognerebbe ricominciare da una profonda ristrutturazione dell’assetto societario. Io penso che ci debba essere un amministratore delegato, visto che Commisso per ragioni di salute non può più essere così presente come all’inizio. Poi un direttore generale, un direttore sportivo, un direttore finanziario, un direttore della comunicazione. Ruoli che devono essere ben strutturati e ben interconnessi tra di loro. In questo momento mi pare che la struttura della Fiorentina sia quella di una società di Serie B. Non parlo solo di uomini che ricoprono le funzioni, ma dell’insufficienza delle funzioni previste