L’ex obiettivo della Fiorentina, Domenico Berardi, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport parlando del suo futuro:
Perché sei rimasto al Sassuolo? “Per me questa è come una seconda famiglia e non è un modo di dire. Non dimenticherò mai il rapporto con il direttore Squinzi e la moglie, che mi hanno trattato come un figlio e fatto crescere. Anche con Giovanni Carnevali c’è un rapporto simile”.
Adesso cosa c’è nel futuro? “Fino ai 26-27 anni non mi sentivo maturo. Io voglio giocare sempre e in quegli anni rifiutavo l’idea del turnover e della panchina. Forse era anche una mancanza di fiducia nei miei mezzi, non credevo in me al 100%. Adesso sogno la musica della Champions dal campo. E un’ambizione profonda che voglio soddisfare”.
C’è stato un momento in cui hai pensato di andare via? “Si, più di uno. Tre anni fa mi voleva l’Atalanta, ma io dissi di no perché ritenevo di non essere adatto soprattutto dal punto di vista fisico a quel tipo di gioco. L’anno scorso volevo andare alla Juve, ma i club non si misero d’accordo. Io ci rimasi male, ho litigato con la società perché ritenevo che fosse il momento giusto per andarmene”.
Già a gennaio o la prossima estate? “Se e gennaio dovesse arrivare al 100% della mia forma, e arrivare un’offerta interessante, allora me ne andrò. Altrimenti, se ancora non sarò il miglior Berardi, resterò qui fino a giugno. Valuteremo con la società, come sempre”.
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