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ESCLUSIVA F1, Andrea Lazzari: “Per giocare al Franchi a volte serve tapparsi le orecchie. Juric è uno da Fiorentina. Castro e Chiesa? Magari parte…”

Una carriera spesa in A tra Atalanta, Cagliari, Fiorentina, Udinese e Carpi. Andrea Lazzari, centrocampista di professione, ha diviso la sua esperienza a Firenze in due tronconi. La prima, sicuramente più felice, risale alla stagione 2011-2012, dopo 99 partite esatte in Sardegna ed oltre 120 gettoni in Serie A già sul groppone. Dopo due anni ad Udine rientra alla base gigliata nel campionato 2014-15 raccogliendo però una manciata di presenze. Oggi torna a parlare con noi di FiorentinaUno e ci racconta in esclusiva i suoi pensieri attuali sul mondo Fiorentina:

Andrea, c’è confusione per quanto riguarda il ritorno in campo. Che pensieri ha in merito? “C’è un po’ di confusione in generale a quanto sto sentendo in questi giorni, non solo per il calcio ma anche per altre discipline. Non si ancora bene chi riparte e con quali accortezze, sicuramente se tutte le squadre avessero a disposizione un centro sportivo sarebbe già più facile. Purtroppo non è così, ma anche allenamenti separati ma nei centri sportivi sarebbero già un passo avanti, sicuramente meglio che allenarsi a casa”. Cosa ricorda del suo debutto al Franchi? “Il calore della gente, è una bella esperienza. Ero passato dal Franchi con la maglia del Cagliari, poi chiaramente è ovvio che giocando con la maglia Viola addosso è tutto diverso”. Con chi andava particolarmente d’accordo nello spogliatoio della Fiorentina? “Conoscevo già bene Montolivo, avevamo fatto insieme il settore giovanile. Poi mi divertivo tanto con Lollo De Silvestri, con Behrami e Marchionni. Con loro avevo legato in modo particolare il primo anno”. Ha qualche aneddoto da raccontarci di quel periodo? “Non mi vengono in mente episodi particolari, però ci divertivamo tanto negli allenamenti. Sicuramente sarà successo qualcosa con Lupatelli (ride ndr), era di ritorno a Firenze e teneva sempre alto il morale nello spogliatoio”. In queste ore si sta parlando in particolare di un possibile addio di mister Iachini e starebbe girando il nome di Juric… “Io personalmente terrei Iachini perché ha trovato la giusta alchimia con la squadra oltre a far bene in termini di punti. Juric non lo conosco personalmente, però sta raccogliendo consensi e lavora bene. Sicuramente potrebbe essere un papabile candidato per la panchina della Fiorentina”. Negli ultimi anni diversi giocatori gigliati sono finiti nel mirino delle critiche dei tifosi. Quali sono i giusti requisiti, perlomeno caratteriali, che dovrebbe avere un calciatore da Fiorentina? “Prima di tutto serve l’orgoglio di vestire una maglia così prestigiosa, poi bisogna abbinarci tanta grinta e voglia di fare, questo un po’ ovunque in Serie A. Nello specifico a Firenze, oltre ad avere spalle larghe, a volte servirebbe tapparsi le orecchie e far finta di nulla quando le cose non vanno e arriva qualche insulto di troppo (ride ndr). ” Sui gioielli di casa viola crede che Commisso terrà duro o alla fine potrebbe cedere alle corti in particolare di Juventus ed Inter? “Il presidente ha detto che non vuole cedere, almeno per quanto riguarda Chiesa e Castrovilli. Secondo me resteranno. Per quanto riguarda Vlahovic non c’è stata una presa di posizione così netta e magari potrebbe essere fatto un pensiero per la cessione”. Le piacerebbe l’idea dei playoff per chiudere la stagione?  “Secondo me qualunque cosa si decida di fare si sbaglia, ci sarà sicuramente qualche scontento. L’idea dei playoff sarebbe innovativa e magari ridarebbe un po’ di spettacolo. L’importante è che si risolva la situazione perché vedere le partite con gli stadi vuoti è veramente brutto”. Altro argomento delicato è la nuova preparazione alla quale i giocatori potrebbero essere sottoposti in caso di ripartenza… “Dopo così tanto tempo a casa riprendere il ritmo partita non sarà facile, poi magari ci saranno dei giocatori che dopo 3 giorni di preparazione sono già pronti per andare in campo. La cosa però è soggettiva, ogni calciatore avrà bisogno di determinati tempi”.   di Vincenzo Pennisi  

Alfredo Verni

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