Dejan Stankovic, tecnico del Ferencvaros, ha parlato in sala stampa in vista della sfida di domani contro la Fiorentina valida per i gironi di Conference League.
Queste le sue parole: “E’ dal ’98 che gioco in modo quasi continuativo in Italia e conosco bene il calcio italiano: non so dire cosa ho portato nel Ferencvaros del calcio italiano ma posso dire che sono contento perché ho portato nella mia squadra delle idee. La Fiorentina gioca un grande calcio, probabilmente uno dei migliori tre della Serie A”.
Continua così: “Noi siamo in un ritmo gare molto intenso come la Fiorentina ma siamo sereni perché stiamo facendo bene. Non voglio parlare di come ho perso tempo fa in questo stadio, ormai è il passato. Conosco bene la Fiorentina e posso dire che è una squadra molto più convinta delle proprie forze rispetto allo scorso anno. I giocatori di Italiano si conoscono a memoria, si aiutano a vicenda. Il Ferencvaros è un club organizzatissimo, con una storia spaventosa: siamo sulla buona strada e vogliamo alzare l’asticella. Cercheremo di onorare il nome della società domani”.
Su Vincenzo Italiano: “Le finali vanno vinte e non giocate, è vero, ma Italiano intanto c’è arrivato: Firenze è una piazza pesante e lui combatte tutti i giorni. Ha un gruppo di ragazzi spettacolari. Quando la squadra lavora con il sorriso, un allenatore ha già vinto le sue finali. Noi vogliamo creare al Ferencvaros una chimica come questa: di unità e di bel gioco”.
Continua così: “Kayode è giovane e ha tanta strada davanti. Penso che Nzola ha portato peso in attacco: si adatta perfettamente a quello che chiede Italiano, perché sa tenere la palla quando è sotto pressione. Era il pezzo di puzzle che mancava alla Fiorentina. Poi cito volentieri Bonaventura che sta facendo una stagione “da giovane”. E’ davvero bello vederlo giocare”.
Su Sabiri: “Non voglio parlare di lui, sono qui per parlare di una bellissima partita come quella di domani. Secondo me questo raggruppamento poteva essere da Europa League o addirittura da Champions. Sono felice di essere tornato a giocare in Europa. Voglio ripagare con tutto il mio cuore la fiducia che il club mi ha dato: nell’ultimo anno ho sofferto come allenatore e uomo ma anche questo serve per fare esperienza”.
Ferencvaros: “Non è facile subentrare in una squadra che vince: devi entrare senza stravolgere le certezze del gruppo. Se entri nello spogliatoio imponendo le tue regole, sbagli. I miei ragazzi sono tutti uomini splendidi. Servono idee: poche, ma giuste”.
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