Foto IG @beppebergomi2
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La Fiorentina volerà in trasferta a San Siro ed affronterà l’Inter in un incontro determinante per la corsa all’Europa. Per analizzare il delicato match abbiamo avuto il piacere di chiacchierare, in esclusiva ai nostri microfoni di FiorentinaUno.com, con una storica bandiera dell’Inter e della Nazionale italiana di calcio: Giuseppe Bergomi, per tutti Beppe. Dai brutti ricordi che gli rievoca la Fiorentina sino all’analisi del calcio moderno, prendendo come esempio l’attuale difesa viola: le parole dello Zio.

 

Inter-Fiorentina: che partita si aspetta?

 

“M’aspetto una partita difficile e tosta per l’Inter. La Fiorentina gioca bene ed a ritmi alti. L’Inter in questo momento sta un po’ soffrendo questo tipo di squadre, vedi il Toro. La Fiorentina ha sì perso Vlahovic, ma il gioco di squadra è rimasto intatto. Quando ti aggrappi a quello hai sempre certezze. Questa partita sarà decisiva per l’Inter. Se vogliono pensare ancora al primo posto, deve assolutamente vincerla. Ma l’avversario è difficile. Bisogna vedere se recupera Brozovic, che per loro è insostituibile. Non hanno un piano B senza il croato. La Fiorentina deve incontrare tutte le prime quattro ancora, due volte a Milano. E’ un percorso difficile, dovrà vedersela con le due romane e l’Atalanta. Poi c’è ancora il discorso in Coppa Italia. Se vuole centrare il traguardo UEFA deve cercare punti contro tutte le squadre. La società ha fatto investimenti e scelte giuste, ma il percorso sarà difficile”.

 

Lei segnò un gol spettacolare, nel 1990, proprio a San Siro contro la Fiorentina: se lo ricorda?

 

“Lo ricordo perfettamente, uno dei più belli che io abbia mai segnato. Gianni Brera in tribuna si tolse il cappello. Me lo disse lui. Io su 28 gol ne ho fatti di belli da fuori area. I miei scontri contro la Fiorentina mi rievocano brutti ricordi. Nell’anno dello scudetto sbagliai un retropassaggio e Borgonovo segnò: perdemmo 4-3 al Franchi. Ma eravamo forti mentalmente, facemmo 9 vittorie consecutive nel girone di ritorno. A San Siro venne, poi, la Fiorentina e perse 2-0, nonostante l’espulsione nostra di Matthäus. Nelle gare a Firenze, dove pensavi di avere in mano la partita, in pochi minuti te la potevano ribaltare. Il pubblico del Franchi trascina molto e la squadra non molla mai”.

 

 

A proposito di Franchi, le piace il restyling presentato di recente? Che idea s’è fatto sul progetto?

 

“Ho visto solo un rendering. Io penso a San Siro, che è bellissimo. So che le società vorrebbero costruirne uno nuovo, ma la burocrazia ed i comitati che non vogliono, creano abbastanza complicazioni. Riuscire a fare qualcosa di nuovo, quindi, sicuramente è da apprezzare. Mi sembra stiano facendo un bellissimo progetto a Firenze. Se lo merita la Fiorentina, una squadra che ha fatto la storia del calcio. Mi auguro il meglio per questa società”.

 

Chi le somiglia di più tra Milenkovic ed Igor?

 

“E’ un calcio diverso. Io ho smesso da più di vent’anni. In passato dicevo sempre  che mi somigliava un po’ Barzagli. Faceva meno gol e stava meglio sia a 3 che a 4 in difesa, un po’ come le mie caratteristiche. Negli anni ’80 ero il più alto della squadra, oggi sarei uno dei più piccoli – ride, ndr. Milenkovic però mi piace. Una volta feci una telecronaca al Franchi di Fiorentina-Inter, ma lui era squalificato dopo quanto successe contro il Toro - testa a testa con Belotti, ndr. Non potè giocare il match successivo contro l’Inter. Gli dispiaceva non potere essere della partita e abbiamo chiacchierato un po’, mi ha salutato. Io quando vedo nei ragazzi questa educazione, poi… Mi sembra una bella persona, gli auguro il meglio. Basta poco per farsi apprezzare”.

 

Come si spiega, invece, l'involuzione di Martinez Quarta?

 

“Credo sia un buon giocatore. Italiano ha detto, però, che non regala niente a nessuno. Lui valuta quello che guarda in allenamento. Sarà un momento. Igor, essendo un centrale mancino, magari in questo meglio è più utile. In uscita gioca bene la palla. Ma Quarta a me piace. Oggi avere velocità e temperamento per i difensori è importante: e lui ce l’ha tutto questo”.

 

Dicono che Cabral abbia qualche chilo in più e fatichi per questo a trovare la titolarità. Lei cosa ne pensa?

 

Noi non abbiamo pazienza, noi media che giudichiamo. Bisogna averla con questi ragazzi che arrivano da un campionato diverso in una realtà come la nostra, un gioco molto tattico come il nostro. Richiede sicuramente un po’ più di tempo a determinati giocatori. Se la Fiorentina l’ha preso ci ha visto sicuramente qualcosa. Ormai ho i capelli bianchi e posso affermare che con i giudizi siamo un po’ affrettati tutti: io per primo. Calma, troverà spazio anche lui”.

 

Il giocatore viola più pericoloso che abbia mai incontrato in carriera?

 

Batistuta in assoluto. Era un giocatore che quando prendeva palla la scaraventava in porta. Di testa, di piede. Che forza. Un giocatore straordinario. Lui era un campione, senza esagerare. Poi, il più forte in assoluto è stato Giancarlo - Antognoni, ndr. Ci ho giocato contro, insieme in Nazionale. Lui è stato il fuoriclasse della Fiorentina”.

 

Ha citato la Nazionale e non posso non chiederle di Castrovilli. Questi alti e bassi che ha vissuto di recente come li giudica?

 

“Mi aspetto sempre una crescita da questi ragazzi. Sono giovani. Palla al piede lui è bravissimo, ma ogni tanto dovrebbe andare più senza palla. Fare più inserimenti. Le qualità tecniche non si discutono. Poi questi ragazzi in quel ruolo non hanno sempre continuità, specie se gli infortuni ti fermano un attimo”.

 

Un suo pronostico per Inter-Fiorentina?

 

“Sui pronostici ci si sbaglia sempre – ride, ndr. Sarà sicuramente una partita equilibrata. L’Inter non arriva da un buon momento, la Fiorentina ha sì vinto contro il Bologna ma ha un po’ faticato. Non so dare un risultato preciso. Non è per non espormi, è solo che prevedo molto equilibrio”.

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