Intervenuto alla Gazzetta dello Sport, Riccardo Saponara ha detto la sua sui ricordi legati alla Fiorentina e al suo legame con la città di Firenze e i tifosi gigliati:
Sono stati sette anni speciali, mi sono sentito amato e apprezzato come uomo, prima ancora che come calciatore. Ci torno spesso, ho ancora casa e adoro tutto di questa città, soprattutto i musei. Diciamo che a Firenze è venuto naturale sviluppare l’altra mia grande passione: l’arte.
Ogni giorno mi rendo conto dell’impatto che Davide ha avuto sulla mia vita e su quella di tutta la squadra. Un punto di riferimento non solo per lo spogliatoio, ma per l’intera città […] Vlahovic? Dusan mi diede un sacco di nomignoli: “prof”, “maestro”, “pittore”. A Firenze ero più maturo, avevo lavorato su me stesso anche a livello terapeutico e credo di aver lasciato qualcosa.
Sarri e Italiano sono stati i due mister con cui ho avuto più feeling e da cui ho estrapolato qualcosa, sia sul campo che fuori. In generale tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno lasciato qualcosa e li ringrazio.
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