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Stasera, Atalanta e Fiorentina si giocheranno l'accesso alla finale di Coppa Italia contro la Juventus. Nel frattempo, la Lega ha ufficializzato la data e l'orario del calcio d'inizio dell'ultimo atto della competizione, come riporta calciomercato.com

Coppa Italia, la finalissima sarà il 15 maggio a Roma

La Juventus elimina la Lazio in semifinale (vittoria 2-0 a Torino, sconfitta 2-1 a Roma) e si qualifica per la finale della Coppa Italia 2023-24, dove affronterà la vincente della sfida fra Atalanta e Fiorentina, che si affrontano nella semifinale di ritorno a Bergamo (a Firenze hanno vinto i viola per 1-0 nel match d'andata).La finale della Coppa Italia 2023-24 si giocherà allo stadio Olimpico di Roma il prossimo 15 maggio, con calcio d'inizio alle 21. La Juventus, prima squadra qualificata per la finale della Coppa Italia 2023-24, è la primatista di successi in questa manifestazione, con 14 titoli conquistati. Per quanto riguarda le altre due potenziali finaliste, la Fiorentina ha vinto 6 volte la Coppa Italia, mentre l'Atalanta vanta un successo in questa manifestazione. 

Juventus-Fiorentina
Juventus-Fiorentina

Stefano Cecchi commenta il dualismo Italiano-Gasperini

Le cose che Daniele Silvestri aveva in comune con la sua morosa erano 4.850 e non serve affidarsi a un matematico per capire come fra Gasperini e Italiano le similitudini siano assai meno. Già, le cose in comune fra Giampiero e Vincenzo, i due tecnici contro di stasera. Intanto entrambi sembrano convinti che solo sul vocabolario la parola «successo» possa arrivare prima della parola «sudore». Per questo entrambi hanno catechizzato i propri giocatori al credo che se sul campo non dai tutto, alla fine non hai dato niente. In comune, poi, i due hanno anche l’alta considerazione di loro stessi: entrambi quasi mai in cravatta ma con la convinzione di appartenere a una borghesia ben vestita del football. Essendo poi entrambi permalosi, il loro dopogara è fatto spesso di ruvidità, anche se Gasp si porta addosso senza mai toglierla la predisposizione d’ordinanza all’accidia, mentre Vincenzo, dopo essersi sfogato con i malcapitati del parterre di tribuna, si riacquieta nei panni di un diplomatico e innaturale bon ton. Fine delle cose in comune. Per il resto tutto nel loro calcio è diverso. Così, mentre Gasp per mettere in campo le sue squadre sembra ispirarsi alla verticalità del Pirellone, nel calcio di Italiano vedi la rotondità orizzontale e avvolgente del Trasimeno. Certo, entrambi sono affascinati dal calcio olandese di Rinus Michels & C, ma mentre il primo lo ha innestato di italianità trasportando nel terzo millennio l’ottocentesca marcatura a uomo, il secondo lo ha mantenuto puro in quel credo fideista che finché ho il pallone io, gli altri non possono segnare. Da qui l’ossessione di Italiano per il possesso palla che per Gasp rappresenta invece un’opportunità e non un dogma.

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