La partita di ieri non risolve i problemi della Fiorentina. La viola continua ad estremizzare il pressing e proprio nella partita con l’Udinese se ne sono viste le scorie. Giocare tre partite in una settimana e coi ritmi che esprime la Fiorentina, consuma e rende poco lucidi. Alla Dacia Arena si è visto una squadra che si è imposta solo grazie alle qualità superiore della sua rosa. Se nei primi 45 minuti non fosse stato siglato quel rigore, con alta probabilità il match sarebbe terminato sul punteggio di parità. Seppur l’Udinese abbia avuto 48 ore di riposo in meno, è riuscita ad esprimere un calcio più caparbio nei ritmi. Ma, d’altro canto, proprio quelle 48 ore hanno rappresentato l’unico fattore che ha inciso sulla gara e, quindi, aiutato la Fiorentina, non consentendo ai bianconeri di incidere sotto porta. Questa è la dimostrazione, però, anche della direzione obbligata dal calcio odierno. L’Udinese, come altre squadre di Serie A, tra cui la Fiorentina, estremizzano il pressing. Si racchiudono in una minima porzione di campo (campo di pressione) e, all’interno di questa, si destreggiano attraverso schemi ben precisi e tecniche di orientamento ben rodate. Nessuno vuole uscire da questo campo, perché il principio di competitività (cioè essere il migliore nel replicare qualcosa di pre-specificato, obbligato e normatizzato) domina e aiuta giocatori meno qualitativi. Questo fatto è preoccupante. La qualità sta lasciando il posto alla quantità e alla variante anti-dribbling de El loco Bielsa. Con la quale il tecnico argentino ha mostrato, lo ha fatto anche ad una conferenza, come saltare le linee avversarie utilizzando la disposizione sul campo e, attraverso di questa, tracciare delle linee di passaggio pulite e filtranti. Gli allenatori stanno diventando tecnici: più invasivi, più specifici. Come nel basket, vista la dimensione del campo in cui effettivamente giocano i calciatori, in futuro trionferanno sempre più gli schemi e le tattiche. Il calciatore, allora, sarà veramente devalorizzato e il calcio business. Infatti, è molto più semplice controllare chi ha una sensibilità poco sviluppata, piuttosto di chi ne ha un forte sviluppo.

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