La Fiorentina era sotto 2-1 nel punteggio e Vincenzo Italiano ha provato a recuperare il risultato. Il tecnico gigliato, con l'inserimento di Saponara prima e Ikoné poi, cercava di aumentare non solo il numero degli avanti, ma quello degli uomini in grado, anche, di costruire sulle fasce:

L'immagine è indicativa dei movimenti (non vengono presi in considerazione i numeri di maglia)

 

L'anomalia principale, che non ha permesso alla manovra di fluire, restando possesso palla, è rappresentata dalla linea nera tracciata. Se dovessimo sintetizzare il tutto in una parola, sarebbe: “simmetria”.

Giocare “simmetrici” limita la spazialità e non permette la convergenza. Perché, fermo restando la prova schematica coraggiosa d'Italiano, la Fiorentina non ha sfruttato quello che, praticamente, ne rappresenta il contrario; cioè l'asimmetria.

I tre attaccanti centrali, Kouame (n.9) (poi Cabral), Jovic (n.11) e uno tra Ikoné (n.6) e Saponara (n.10), sono stati operativi, ma inutili: sempre coperti dalla linea dei mediani avversari e sempre statici sulla linea dei difensori.

L'unico che, per caratteristiche date dalla sua storia calcistica, mostrasse qualche movimento (dopo spiegheremo come Italiano poteva utilizzarlo (poiché possiede uno schema che lo permetta)) era Saponara. Il calciatore agiva da parta a parte, cioè dalla sua fascia fino alla zona centrale o esterna opposta:

L'immagine è indicativa dei movimenti (non vengono presi in considerazione i numeri di maglia)

 

Ora, cos'è che non ha funzionato? Lo ripetiamo: simmetria. Saponara restava schiacciato con le altre due punte.

Quindi, non tracciando una soluzione che tagliasse tra le distanze della retroguardia bolognese. Detta breve: non agiva da vero e proprio trequartista, ma da "rafforzamento" dell'attacco. Sfiorando, nella sua direzione, la terza linea del Bologna. Direzione che lo faceva concludere in mezzo a Jovic e Kouame (poi Cabral).

Ecco come avrebbe potuto sfruttarlo Italiano:

L'immagine è indicativa dei movimenti (non vengono presi in considerazione i numeri di maglia)

 

Il tecnico gigliato, questo tipo di movimento, lo aveva proposto contro l'Empoli, dove fece agire l'ex azzurro in mezzo alle linee. Anche lì fu inefficace. Perché? Asimmetria, ma staticità e ripetizione.

Dopo di che bisogna aggiungere che non agì, servendo le punte o allargando il gioco. Anzi, compiva, come nel caso precedentemente esposto, un unico movimento che non tendeva a farlo divenire soluzione per i compagni. Serviva, casomai, ad attrarre l'attenzione dei difensori avversari. Il limite? Lo ridiciamo: la ripetizione.

Costruzione sulle fasce?

La Fiorentina costruisce la manovra sulle fasce? Riproponiamo:

L'immagine è indicativa dei movimenti (non vengono presi in considerazione i numeri di maglia)

 

Manovra non è possesso palla. Biraghi (n.4), totalmente solo, e in congiunta col movimento di Saponara (n.10), non fa manovrare. Soprattutto se davanti hai una difesa così schierata (immagine sotto) e non costruisci internamente (grazie ad un po' di asimmetria e dinamismo) l'azione. Perché sfruttare l'esterno senza portare gli uomini, sul lato cieco, a convergere? La domanda sorge spontanea.

Inoltre, andrebbe aggiunto che la Fiorentina, a livello mentale, sta attraversando un momento di dubbi e confusione. Priva della tensione utile a mantenere un equilibrio.

Concludiamo con l'immagine della difesa schierata del Bologna:

L'immagine è indicativa dei movimenti (non vengono presi in considerazione i numeri di maglia)

 

Nel 5-3-2 proposto dalla squadra di casa, la fase difensiva trova la sua forza nei movimenti del centrocampo. Sempre stretto e ben posto a schermare la via più diretta per far gol.

Questo toglieva la possibilità dei filtranti sulle punte, ma anche di coprire le soluzioni interne sulle catene laterali.

Poi se sommassimo a questo schieramento il ritmo lento della Fiorentina, otterremmo un'oscillazione, da destra a sinistra e viceversa, ben arginabile e prevedibile. Soprattutto per i fluidificanti (nel caso della figura sopra n.2) che, seppur stretti, potevano tranquillamente chiudere la costruzione sulla fascia opposta.

Non contando che una delle due punte andava a uomo sul play (Bonaventura (n.7)).

Altra soluzione provata da Italiano per ovviare alle mancanze sulla fascia sinistra e, dunque, all'anomalia che favoriva i rossoblu. E' stata alzare il mediano mancino:

L'immagine è indicativa dei movimenti (non vengono presi in considerazione i numeri di maglia)

 

L'idea poteva starci, ma allargando la punta Jovic prima e Cabral poi. Invece, veniva atteso Saponara. Questo manteneva il ritmo lento del giro palla.

Conclusioni:

Questa è solo una situazione, ma speriamo di essere stati utili con questa breve analisi. E aver mostrato bene cosa possa essere andato storto. Almeno, a livello schematico.

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