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Fiorentina-Cremonese, qualcosa sull’avversario e la possibile soluzione “innovativa” di Italiano

Lo schema statico (“di partenza”) usato dalla Cremonese per sviluppare la propria funzione è disposto nel campo di pressione: da 3 terzi, 2 mediani, 2 fluidificanti, 1 trequarti, 2 centravanti.

Alvini, tecnico dei grigiorossi, propone alcune “generalità” del calcio di Gasperini: l’uso dei fluidificanti per attaccare il lato cieco sui cross; accompagnare coi terzi di difesa la fase offensiva: con sovrapposizioni sulle fasce; attrarre centralmente i difensori avversari per poi verticalizzare.

Soprattutto l’ultima generalità appare fondamentale. Sì, perché, prendendo ad esempio la “costruzione dal basso”, il trequartista è colui che, nella Cremonese, dà verticalità ad una manovra altrimenti possesso palla (vige diversità tra le due parole). Attrae su di sé la maggioranza degli avversari, ma, allo stesso tempo, costituisce la funzionalità che cerca e trova gli esterni o le punte nelle zone divenute deboli.

Questo, ovviamente, se l’undici contrario operasse un gegenpressing e se i 4 attaccanti  (2 centravanti e 2 fluidificanti) riuscissero a ripetere le movenze schematiche nella modalità più disciplinata possibile.

Una plausibile contromossa “innovativa” di Italiano?

Contro il Qatar, ma anche in brevi frangenti degli altri match amichevoli, Italiano ha “provato” un nuovo schema.

Dodò è un calciatore che spinge molto sulla fascia destra: un fluidificante quasi ala tornante. Se il tecnico mettesse, come ha sempre fatto nella scorsa stagione, Milenkovic in marcatura sul trequartista, potrebbe ottenere non pochi inconvenienti. A maggior ragione viste le funzionalità, sopracitate, dei 4 attaccanti.

Dunque, Italiano ha optato per una soluzione (ripetiamo) “plausibile” da usare durante il match:

I numeri (in questo caso) non hanno valore. Serve solo osservare il movimento.

Prendiamo il match col Qatar: entra Zurkowski. Il polacco ingaggia una marcatura a uomo con il trequartista della Nazionale che ospita i Mondiali

Cosa succede: il viola lo segue fin sulla linea di difesa, agendo come un terzino marcatore. Il raggio d’azione, per uno come Zurkowski, viene notevolmente ridimensionato; seppur specchio delle sue caratteristiche.

Infatti, la fisicità, la velocità e la tecnica del numero 27 vengono rispettate in pieno (qui la biomeccanica, quella che opera sulle generalità del calciatore (sarà dedicato un articolo a parte), raggiunge i risultati sperati).

Esempio: se lui recuperasse il pallone, potrebbe imbastire un contropiede non da poco. Ha, ripetiamo, corsa, tecnica e fisico. Poi doti balistiche e visione di gioco per nulla vicine all’inguardabile.

Altra zona da prende in considerazione è quella degli altri due centrocampisti.

Restiamo nella partita col Qatar: Bianco rappresenta, nel terzetto in mediana, quello maggiormente aggressivo, maggiormente avanzato. Sarà lui quello che prenderà in consegna il mediano che si abbassa per ottenere palla dai difensori. Mandragora resta, invece, lievemente più basso.

Tutto questo perché? Bianco è prestante atleticamente e meno fisico. Mandragora sì aggressivo, ma fisico e, quindi, con una presenza (protettiva, da scudiero) davanti alla difesa che si nota maggiormente. Tutto ciò sempre nel rispetto biomeccanico delle loro caratteristiche generali.

Inoltre, per restare nei princìpi di Italiano: tecnico che predilige mettersi a specchio con la costruzione dal basso dell’avversario (in un’altra occasione analizzeremo il suo stile di pressing che ripropone le generalità di Klopp, Guardiola e Heynckes).

Per concludere (da precisare: “in forma statica”, come sopra) si potrebbe osservare tale risultato sul campo da gioco:

I numeri (in questo caso) non hanno valore. Serve solo osservare il movimento.

Altre contromosse del tecnico viola

Altre contromosse, già conosciute, di Vincenzo Italiano potrebbero essere:

Quella del regista, esempio Amrabat, che segue il trequartista, schiacciandosi sulla linea di difesa: sia facendo il “libero alla Busquets” (tanto per rendere l’idea) che riproponendo, a destra e a sinistra, le posizioni sopra spiegate di Zurkowski.

Infine, c’è quella della marcatura di Milenkovic. Anche se, come espresso righe sopra, più rischiosa: poiché i tre difensori si serrerebbero dietro, ma le fasce, conoscendo le caratteristiche di Dodò e le posizioni degli altri calciatori viola, resterebbero sguarnite.

Manuel Cordero

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