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Fiorentina, una possibile soluzione

La Fiorentina è statica. Gli attaccanti si schiacciano sulla linea di difesa avversaria, senza alcun contromovimento. In poche parole: la viola non si contrae.

I tre principi della Legge della Verticalità sono:

  1. Spazialità
  2. Convergenza
  3. Agonismo

La “contrazione” aiuta il “governo dello spazio”. Fa muovere il calciatore non soltanto per ricevere palla, ma anche per farla ricevere: si può essere utili allo schema, anche se il pallone non lo tocchiamo mai.

I movimenti mnemonici della Fiorentina non evidenziano la funzione in sé, ma ne sono lo schema e il suo limite. L’importanza reale l’hanno i principi. Mentre schema e limite sono la téchne attraverso cui la funzione fluisce. Il loro operato si specializza qui.

Italiano incentra la sua pratica sulle tecniche, tralasciando la parte fondamentale dei tre principi. Dunque, non rispettando l’unica legge del calcio.

Ciò, infatti, lo definisce come “tecnico” e non come “allenatore”. Perciò ha bisogno di numerose figure attorno a lui. E altrettanto specifiche e settorializzate.

Comunque, andando alla partita contro l’Udinese, si possono osservare due cose fondamentali:

  1. I due centravanti dei friulani si chiudevano, occupando le linee di passaggio e togliendo lo spazio per servire Torreira. L’uruguaiano si alzava, ma subito uno dei centrocampisti avversari lo andava a marcare.
  2. La squadra di Italiano veniva obbligata, così, a dover cercare il passaggio sulla funzionalità esterna. Funzionalità rivestita dalla mezzala che si allargava; mentre il fluidificante spingeva per andare a schiacciarsi sulla linea degli attaccanti. Questo movimento lasciava troppo spazio libero, in cui agire per i bianconeri, davanti ai difensori viola.

Una soluzione schematica

Torreira cala in mezzo ai due centrali di difesa. Questi si allargano, formando, assieme al mediano, un linea con due terzini e un libero. I fluidificanti ampliano la zona difensiva, dando vita ad una difesa a 5. Mentre gli altri due centrocampisti si stringono leggermente.

Alla fine si ottiene un 5-2-3. 

Ovvio che questa sia la base. Vediamo alcune soluzioni schematiche partendo da questo modulo:

Innanzitutto, Torreira fa un movimento che non lo porta a ricevere il pallone. Questa, si precisa, sarebbe l’idea iniziale.

Dunque, in teoria, la sfera da gioco è in possesso dei due terzini.

Questi possono scavalcare la linea di pressing, ampliando la gittata e servendo il centravanti arretrato. Mettiamo che, in questo caso, sia Cabral. Il brasiliano riceve, stoppa e può servire o Duncan che, per disciplina, resta sempre il più arretrato dei mediani (poi vedremo più di una soluzione che lo riguarda); o andare su Odriozola (vedremo una soluzione che lo riguarda); o cercare lui stesso la verticalizzazione.

Sottil, in questo caso, si accentra e, con Bonaventura, crea un attacco a due punte. Gonzalez si allarga. Biraghi spinge sulla sua corsia mancina.

Come detto sopra: immaginiamo che tutto stia avvenendo in maniera dinamica e mettiamo, ad esempio, che Cabral scarichi palla a Odriozola. Lo spagnolo può servire di prima il collega della fascia opposta, Biraghi, che converge o, in generale, attacca la linea difensiva avversaria.

Quest’atra soluzione, invece, prevede che Sottil si accentri, ma che non si schiacci sulla linea degli attaccanti. Deve creare un’asimmetria con Bonaventura. Se il terzino riuscisse a servirlo, potrebbe, in quello spazio, sia calciare che usare i movimenti di Biraghi e Duncan. Persino servire per un tiro da fuori Cabral. Oppure, con uno scavetto, andare a sorprendere la retroguardia avversaria, passando la palla a Bonaventura o Gonzalez.

Insomma, svariate soluzioni alla portata della tecnica del classe ’99.

Adesso, pensando di dover velocizzare la fluidità della manovra e sfruttando sempre il contromovimento di Cabral (ma non servendolo), il terzino potrebbe scaricare subito a Duncan. Il ghanese potrebbe, con un lancio, pescare, alle spalle della difesa avversaria, Gonzalez. L’argentino, convergendo, potrebbe calciare o servire Sottil/Cabral/Bonaventura in area di rigore.

Queste sono solo alcune soluzione che, si precisa, tengono conto di “possibili” scelte tecniche di Vincenzo Italiano.

Manuel Cordero

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