Questa mattina il La Gazzetta dello Sport ha dedicato chiaramente ampio spazio alla sconfitta subita nella serata di ieri dalla Fiorentina. La finale di Conference League è stata infatti vinta dall'Olympiakos. 

L'analisi della sconfitta viola

Una palla, una sola, al giustiziere El Kaabi, ancora lui, e il mondo crolla addosso alla Fiorentina. Seconda finale di Conference, seconda sconfitta. Ma così fa più male. Peggio dell’anno scorso con il West Ham, quando Bowen infilò i viola al 90’. Qui siamo ai supplementari, mancano quattro minuti ai rigori che ormai tutti si aspettano, e nessuno ha considerato El Kaabi. Forse perché ha giocato la peggior partita della sua strabiliante stagione. Non ha toccato una palla buona, non ha mai tirato, Milenkovic e Martinez Quarta lo hanno soffocato. Il peggiore. Poi il pallone tagliato di André Horta, uno degli infiniti nuovi entrati, e l’istinto del rapace d’area che riemerge, un anticipo con scatto felino, la palla che supera Terracciano. È finita

La fine dell'era Italiano e del sogno

Niente coppa. Italiano resta a zero dopo l’ennesima finale persa. C’è poco da imprecare contro il cielo: c’è stata una Fiorentina bella e promettente per un tempo, purtroppo senza gol, e poi una che s’è piegata su se stessa, sempre più irriconoscibile con il passare dei minuti, stanca, dimentica del suo bel gioco

LOGO DELLA FIORENTINA
Nuovo logo stemma Fiorentina ACF giglio

ll valore della finale

Questa mattina il giornalista Alberto Polverosi si è soffermato su quanto avvenuto ieri sera ad Atene. Sul Corriere Dello Sport ha analizzato quindi la pesante sconfitta subita dalla Fiorentina all'Agia Sophia. L'Olympiakos è uscito vittorioso della Conference League, mentre i gigliati hanno accumulato la terza finale senza trofeo.

Questa finale valeva più di una coppa, era una porta su un futuro più luminoso, valeva l’ingresso in Europa League e certificava in modo netto e indiscutibile la crescita della Fiorentina. Una crescita che comunque c’è stata, anche se molti ricorderanno i tre anni di Italiano con le tre finali perse. Invece conta il percorso e se la squadra guidata da Vincenzo ha giocato 162 partite in tre stagioni significa che ha lottato sempre fino in fondo su tutti fronti. È stato ancora l’ultimo atto a fermarla in quella sottile differenza (che secondo la gente non è poi così tanto sottile) fra una squadra vincente e una squadra perdente. Ok, perdente sì, lo stabiliscono i risultati, ma deludente no. Detto ora, con la pancia vuota dei fiorentini, la rabbia che sale, la depressione che annichilisce e l’amarezza che confonde la mente, sembra una forzatura, ma quando la società farà il bilancio di questo triennio non potrà che ripartire da qui, dalle 162 partite della sua squadra

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