Ha fatto e continua a far parlare di sè questo ragazzo d’oro, o golden boy come si usa parlare di questi tempi. Ieri ha regalato un altra doppietta, la dodicesima da quando è professionista, e una prestazione da leader. Nulla a che vedere con un separato in casa, nulla a che vedere con uno che ha le valigie in mano, nulla a che vedere con chi litiga con un popolo rassegnato, nulla a che vedere con chi ha in mente di voler andar via. Quando è in trans agonistica il serbo vola, si mangia il campo diventando immarcabile, fa reparto completamente da solo e quando protegge il pallone è come se gli avesse messo il suo marchio di proprietà e tu la sfera non la tocchi più, chiedere a Kjaer per capire il paragone; è energico e paurosamente devastante anche quando esulta; inizia a correre e poi sembra voler saltare sopra il mondo intero prendendolo a pugni.
A proposito di esultanza mi verrebbe da chiedergli in una stanza, io e lui senza telecamere, : “ Dusan ma sei sicuro di voler andare via? ”. Perché non l’avrò notato solo io, ma ieri il bomber dopo il gol che ha chiuso il match con il quarto gol viola ha esultato in modo enigmatico come a voler dire “io resto quì ”. Sarò pure un sognatore ma secondo me Vlahovic rimane davvero e non smetterò mai di sperarlo perché uno così può farci scrivere la storia.
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