Squadra, staff, giovanili, marketing, nuovo logo, battaglie in lega e rapporti con le istituzioni sul fronte stadio.
Come riportato questa mattina dalla Repubblica (ed. Firenze) Joe Barone si è occupato sempre di tutto in prima persona. È sempre sua l’ultima parola portando ovviamente qualsiasi decisione all’attenzione del Presidente Rocco Commisso. Mettendo le radici a Firenze non è più tornato in America se non per momenti straordinari come il matrimonio del figlio o la nascita del nipote. A Barone si deve la scelta dell’allenatore, le nuove maglie, il lancio di un nuovo format sui social e, nell’epoca del Viola Park, qualsiasi iniziativa riguardante il centro sportivo. Con i tifosi invece il primo flash risale a quella maglia sventolata sotto la Fiesole al primo Fiorentina-Juventus della gestione Rocco Commisso, settembre 2019. Poi, tante iniziative a sostegno della curva e la protesta sul futuro del Franchi organizzata dagli ultras con tanto di ruspe. Il coro dedicato a Barone ha accompagnato a lungo il suo pre-partita, prima che alcuni risultati, e qualche scelta sul mercato non gradita dalla piazza, cambiassero l’umore di parte dei tifosi.
Rocco Commisso e Joe Barone, due uomini dai tratti comuni e dal pensiero simile. La sensazione forte che Commisso sia a Firenze anche quando è a migliaia di chilometri. «Perché tanto a Firenze c’è Joe». Della Fiorentina è diventato ben presto il motore dopo un’esperienza alla guida dei New York Cosmos e con i viola spazia dalle trattative di calciomercato con i procuratori agli impegni istituzionali. I fiorentini ne hanno apprezzato pregi e criticato difetti: dalle battaglie in Lega contro le ingiustizie, al rapporto complicato con i media. La Fiorentina è sempre in cima ai suoi pensieri, subito dopo la famiglia. Con la moglie Camilla ha scelto di vivere nel centro di Firenze. Ma appena gli impegni lavorativi glielo concedono vola a New York dove vivono i 4 figli Anche a Pozzallo, dove vivono altri famigliari tra cui il fratello, c’è una comunità con il fiato sospeso. È partito tutto da lì, agli inizi degli anni ‘70, quando con la famiglia fece le valige in cerca di fortuna nella città di Brooklyn. Prima gli studi, poi una carriera lavorativa mirata nel settore bancario. Lì l’incontro con Rocco Commisso. Un altro come lui. L’avventura alla Mediacom e poi l’approdo nel mondo del calcio. Fino alla partita di ieri. Quella più complicata da vincere.
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