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L’importanza di chiamarsi Dusan

Certi nomi causano delle “vibrazioni” solamente sentendoli pronunciati. Certi nomi fanno la storia, perché portati con classe ed intelligenza da immense persone; altri invece rimandano ad un aggettivo: onesto. È inevitabile che qualcuno insegua fortemente questi nomi, e provi dunque ad eguagliare le loro gesta. Ci troviamo a Firenze, ed il nome è uno solo: Gabriel Omar Batistuta

Da anni ormai la Fiorentina prova a responsabilizzare giovani attaccanti, con la speranza che un giorno possano anche solamente avvicinarsi al talento del Re Leone, e, fino a questo momento, ha sempre fallito. Spesso è l’opinione calcistica fiorentina stessa a lanciare questo paragone nobile, e si aspetta che ogni attaccante promettente possa essere il nuovo Batistuta. Il concetto da comprendere è analogo a quello proposto da Oscar Wilde; rimaneggiandolo e adattandolo al calcio: nessun attaccante del panorama calcistico attuale si chiama Batistuta, e soprattutto, non è Batistuta, e questa continua bugia, innocente ed ingenua, nella speranza di essere smentita, ha solo arrecato danni ai giocatori vittime di questo nobile paragone. Dusan Vlahovic dovrà essere il protagonista della commedia viola, colui che si scrollerà dalle spalle questo nome, altrimenti verrà inghiottito dalla stessa pressione che ha fatto fuggire da Firenze molti calciatori apparentemente promettenti. Il centravanti gigliato gioca per la sua nazionale, presso mister Tumbakovic, e durante questa sosta leggermente anomala potrà farsi forte della maglia che indossa e dello stemma cucito sul petto, per provare a trovare la via della rete in un contesto più accogliente e tranquillo, come quello di casa: La Serbia. 

Tuttavia, dovrà riuscire a non scindere nettamente le due casacche, e conseguentemente le sue prestazioni: non può permettersi di condurre due vite calcistiche molto simili e molto diverse, in cui, alternativamente l’una all’altra, gli regala minutaggio o gioia. Come possibile punta centrale nel fantomatico 4-2-3-1 prandelliano, ci sarà sicuramente un posto per il giovane Dusan, e speriamo che anche questo nome potrà provocare delle “vibrazioni”.  

Pietro Olivieri

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