135 giorni. Quelli necessari a Beppe Iachini per tornare dalla "sua" Fiorentina. Una eternità, per certi versi. Uno spazio di tempo in cui, nelle (non esaltanti) condizioni in cui la Fiorentina si trovava al momento dell'esonero, ci si sarebbe aspettato un netto cambio di rotta. In fondo, ci sono state imprese, invenzioni che hanno rivoluzionato la storia concretizzatesi in molto meno tempo. Eppure, da quel 9 Novembre a ieri, quando al centro sportivo ha fatto ritorno l'ex/neo tecnico viola poche cose sembrerebbero essere cambiate all'ombra del Franchi. La difesa continua ad alternare prestazioni positive a svarioni che costano caro, il centrocampo è sempre alle prese con un Amrabat che non decolla e un leader da trovare, la manovra non viaggia ancora spedita, l'attacco continua a non avere numeri da Fiorentina. La classifica, soprattutto, continua a non essere quella sperata. Il Prandelli bis è stato un fallimento, dunque? Nessuno con spirito critico potrebbe dirlo. Prandelli lascia in eredità alla Fiorentina un Dusan Vlahovic diventato capitale inestimabile, un Quarta sempre più dentro il calcio italiano, un Eysseric ritrovato. Lascia una salvezza vicina. Ha regalato una notte magica come la vittoria contro la Juventus, che per sempre resterà impressa nella mente di tutti i tifosi viola. Cesare lascia, soprattutto, il ricordo di un uomo perbene. C'è un regalo, però, di cui la Fiorentina dovrebbe fare tesoro, più di ogni altro: la certezza che i problemi nel buio di questi anni non siano risieduti in panchina. Ora gli screzi interni, ora la rosa incompleta, ora i mal di pancia di alcuni giocatori...la vita da "guida" viola non è stata delle più semplici. Da Pioli al Iachini bis, l'allenatore è stato messo nelle condizioni di lavorare al meglio delle sue possibilità? Il sospetto, risultati alla mano, è che la risposta sia no. Ecco perché, se da Iachini ci si aspetta un confermare i piccoli passi fatti da Prandelli e il conquistare una sospiratissima salvezza, è dalla società e dai giocatori che ci si deve aspettare il vero cambio di marcia. Tra 135 giorni, sarà Agosto inoltrato. Tra 135 giorni, il campo avrà già parlato. Tra 135 giorni, nessuno sa ancora chi sarà seduto sulla panchina della Fiorentina, o che rosa avrà a disposizione, o chi farà ancora parte della Fiorentina. Quel che è certo è che dovrà essere rivoluzione. Ai prossimi 135, allora. Sono mesi decisivi per tutti, un po' meno per il neo allenatore. Per una volta, non sarà Iachini l'osservato speciale.
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