
Lo insegna Nereo Rocco: la tattica non conta ma, come persino Guardiola e prima Lattek hanno capito, contano ascoltare e osservare. Questo è il compito dell’allenatore. Lo dice anche la definizione stessa del ruolo Dunque qualcosa non torna. Si parla di schemi tattici, filosofie e della non esistenza dei ruoli. Ci si incentra totalmente sulle forme, tralasciando i contenuti. Oppure trattandoli quasi fossero estranei, non attinenti al senso stesso del gioco del calcio. Perché il calcio è un gioco. Perciò una distrazione. Una simulazione stessa degli attimi della vita. Questi contenuti sono i calciatori: il calcio è dei calciatori.
Chi resta nei cuori, se non colui che intende
Gattuso ha tattica, schemi, filosofia e ruoli altalenanti, ma non dimentica mai di essere stato un calciatore. Lo ha detto ieri, a Radio Bruno, anche l’ex capitano del Pisa, Andrea Lisuzzo. Il Ringhio mette di fronte, alle angherie del totalitarismo tattico e delle inutili forme esposte, come scheletri, dagli “esperti”, il calciatore. Lo tratta non da oggetto di marketing, economico, ma da “sostanza”, riprendendo Cartesio, esterna, divisa dal sé. Cerca di ascoltarla, osservarla e mettersi all’opera per farla rendere al massimo della sua forza intrinseca. Forza interna. Forza di volontà.
Il calcio non lo si inventa
Perciò qualunque “stile” o “filosofia” di gioco non è nient’altro che la comprensione, sovraesposta, del materiale di cui l’allenatore dispone. Il punto centrale, che sempre viene obliato, è proprio questo: uno “stile” o una “filosofia” lo fanno i giocatori. “Lui è il tiki taka. Il 99% dei palloni passa dai suoi piedi” – Pep Guardiola su Don Andrés Iniesta. Bielsa studia scientificamente il comportamento umano nel rettangolo di gioco. Il comportamento umano. Preso in ambiente chiuso ed esposto a ripetuti accadimenti, l’uomo avrà per forza delle reazioni comuni. Lo spiega anche Foucault in “Sicurezza, territorio e popolazione”. L’argentino, allenatore del Leeds United, legge il libro del calcio. Quello che viene esposto, durante focus, è un riflesso esterno. Riflesso che non può essere l’essenza stessa della cosa esposta. Perché non fa parte della cosa stessa. Insomma, bisogna essere all’interno di un corpo tecnico per carpire. Gattuso viene ripreso molte volte, perché, davanti al mero spettacolo, pone i soggetti principi di questo gioco. Invece, calcio vuol dire proprio questo. Agli “esperti” l’ardua sentenza.