L'opinione: "Difesa a tre? Allora va schierato Pablo Marì, è l'unico interprete naturale"
Su La Repubblica, ci si è soffermati sulla sfida contro il Como di domani, sottolineando che servirà una prestazione differente rispetto a quella col Napoli

Sulle pagine de La Repubblica, ci si è soffermati sulla sfida contro il Como di domani, sottolineando che servirà una prestazione differente rispetto a quella col Napoli.
Il commento sulla pagine de La Repubblica
Partiamo dalle consolazioni: dodici mesi fa la sfida casalinga contro il Como fu un incubo. Al Franchi si vide una delle prestazioni più sconfortanti della stagione, con Cesc Fabregas capace di “incartare” la Fiorentina come un pacco Amazon. Stavolta, almeno, difficilmente potrà andare peggio. O così si spera.
Il talento dei lariani, alimentato dai capitali indonesiani che hanno ridato slancio al club, resta un fattore da non sottovalutare. Ma onestamente non si può tremare davanti a una squadra che ha sì qualità, ma anche fragilità evidenti, testimoniata dalla sconfitta di Bologna e dal pari casalingo contro il Genoa.

Contro il Como servirà una prestazione diversa rispetto a quella vista col Napoli
Pioli sa bene che domani non basta la prestazione, come accaduto a Napoli: serve un risultato. La classifica è deficitaria e il calendario non aiuta, con big in arrivo in Serie A e impegni insidiosi in Conference League. Per l’allenatore viola resta il dubbio principale: insistere con l’undici che fin qui ha deluso o rivoluzionare la squadra? La via più probabile è una soluzione intermedia, con qualche cambio mirato.
La piazza, intanto, non fa mistero delle sue preferenze. L’inserimento di Fazzini è diventato quasi una richiesta unanime. Molti tifosi invocano anche Nicolussi titolare, e tra i sostenitori c’è chi lo considera un innesto necessario per dare equilibrio e qualità. Meno popolare, ma non priva di logica, la proposta di dare una chance a Pablo Marì: se davvero si vuole proseguire con la difesa a tre, è l’unico interprete naturale da schierare al centro. Perché, come direbbe Vittorio Gassman, la missione di Pongracic nella vita è probabilmente un’altra. In casa viola, insomma, le attese sono chiare: non basta più parlare di crescita e di energie. Contro il Como conta solo vincere.