E' l'11 marzo 2018. Si gioca la 28esima giornata della Serie A 2017/2018. Si gioca Fiorentina-Benevento.

L'atmosfera non è quella di sempre. Nessuna festa sugli spalti. L'Artemio Franchi muto, in silenzio. Uno striscione appare dalla Fiesole: “Le lacrime di un'intera città. Il legame da qui all'eternità. Buon viaggio Capitano”.

Stefano Pioli, che si legherà dal 2017 al 2019 alla panchina della Fiorentina, ha gli occhi lucidi e il respiro affannato. Si trattiene a stento. Forse vorrebbe urlare. 

I ricordi di quella camera d'albergo. Ricordi indelebili, che non se ne vanno. Che si aggrappano alla mente, al momento. Momento che il tecnico non vorrebbe rivivere.

Non si tratta di una sconfitta su un campo da calcio. Si tratta di Davide, Davide Astori. Una settimana prima, il 4 marzo, venne trovato senza vita nel suo letto.

S'era addormentato e mai più svegliato.

Attorno al centrocampo si radunano i 22 giocatori. Gli undici della Fiorentina hanno lo sguardo fisso sull'erba verde del Franchi. Non vogliono alzarlo. Non vogliono, perché guardare verso l'alto farebbe sembrare il compagno troppo lontano da loro. Farebbe male. Un male cane.

Le immagini, quante immagini, di allenamenti, risate, scherzi, vittorie e sconfitte, dove lui, il Capitano, li rincuorava, li trascinava, li spronava. Sempre col sorriso. Sempre sicuro di sé. Sempre accanto a loro.

Le formazioni:

FIORENTINA: Sportiello; Milenkovic, Pezzella, Hugo, Biraghi; Benassi, Badelj, Veretout; Saponara; Chiesa, Simeone. Allenatore: Stefano Pioli.

BENEVENTO: Puggioni; Sagna, Djimsiti, Tosca, Venuti; Cataldi, Djuricic; Lombardi, Guilherme, Brignola; Coda. Allenatore: Roberto De Zerbi.

La partita, se si può chiamare in questa maniera, è a senso unico. Fiorentina padrona del gioco. Al minuto numero 13 (13 come il numero di Astori), Pezzella butta fuori il pallone. Per un minuto, un intero minuto, il Franchi omaggia il “Suo” Capitano. La Fiesole si colora di bandierine viola, bianche e rosse, che formano una scritta: “Davide 13”. Pioli e i suoi applaudono, cercando di non guardare, di distogliere gli occhio per l'ennesima volta. Eppure qualcuno non ce la fa, qualcuno è in lacrime. 

Il gioco riprende con un Simeone scatenato. Vuole segnare a tutti i costi. Vuole segnare per Davide. Dopo la seconda occasione sbagliata, batte i pugni a terra. Quasi si strappa la maglietta. Urla disperato. Ma la rete deve arrivare. Arriverà. Gli Dei del Calcio sono troppo commossi per non notare la volontà di una squadra intera, la sua forza.

La Fiorentina preme più forte e al 25esimo minuto… Corner: va Saponara sulla bandierina. Sistema il pallone. Prepara il suo destro. Calcia. La punta del piede alza una parabola che scende, scende sempre più in basso. Tutti la guardano. Guardano la palla là in alto e, all'improvviso, una cosa che sembrava così lontana, si fa vicina.

Chissà perché, ma un difensore col numero “31” stacca imperioso e rabbioso impatta di testa. Puggioni può solo osservarla insaccarsi.

Dopo la rete, l'autore corre, corre verso la panchina. Qualcun gli dà una maglietta bianca. Davanti c'è un immagine, anzi, l'immagine di Davide Astori. Lui la mostra cogli occhi lucidi. Fiero di aver avuto un compagno di reparto e di squadra, un amico, un capitano come DA 13.

Nel secondo tempo, il Benevento proverà a reagire, prendendo anche un palo. La viola non sarà da meno: Benassi, dopo la traversa di Badelj, sbaglierà un gol già fatto.

Alla fine, però, il match terminerà con la rete del numero “31” e le lacrime, incontrollabili, proprio di Milan Badelj. Il croato verrà sorretto a malapena da Laurini, entrato al posto di Milenkovic. Stefano Pioli camminerà, nervoso, non sapendo come trattenersi. Tutto il Franchi applaudirà quella squadra.

Il difensore, che siglò il gol vittoria, si chiama Vitor Hugo Franchescoli de Souza, per i tifosi solo Vitor Hugo. Oggi compie gli anni e FiorentinaUno voleva ricordare il suo gol più memorabile con la maglia della Fiorentina.

Auguri Vitor Hugo e grazie.

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