Antognoni (Photo by Simone Arveda/Getty Images via OneFootball)
Intervenuto alla Gazzetta dello Sport, Giancarlo Antognoni ha detto la sua su alcuni problemi avuti con la Fiorentina (finalmente, a sua detta, risolti) e alla sua possibile presenza per la festa del centenario della fondazione del club:
L’anno prossimo la Fiorentina compirà cent’anni, cinquanta sono i miei. Se mi inviteranno? Non lo so, per i novanta c’ero. Non dipende da me, se mi chiameranno vedremo. Abbiamo risolto le incomprensioni […] Fare il capo delegazione dell’Under 21 è gratificante. Stare insieme ai giovani mantiene giovani e non è la solita banalità. Vedere crescere i talenti, stimolare l’energia dei ragazzi è un compito importante. Mi rivedo nei loro sogni e loro sanno la mia storia. Meglio loro o la mia generazione? È un mondo diverso. Oggi i ragazzi sono più maturi e consapevoli di quanto non fossimo noi. Sono cresciuti più in fretta anche per le tecnologie. Noi eravamo più ingenui, ma giocavamo per divertirci e questo ci dava una grande felicità.
Per le mie caratteristiche penso di poter essere adatto anche al nuovo modo di giocare, il calcio mi piace sempre, ho la stessa passione, ma sarei a disagio. Intanto per le pressioni e le tensioni che ci sono attorno ai giocatori. Noi eravamo più liberi di vivere una vita normale e più liberi in campo. L’allenatore conta molto di più, l’organizzazione è ferrea. Nel mio calcio ideale quei tre o quattro davanti li lascerei sempre liberi di inventare.
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