E' stato spiegato, in altro articolo, che il calcio può essere sintetizzato in tre princìpi. Princìpi rispettanti un'unica legge, quella della verticalità. Abbiamo il principio di spazialità, il principio di convergenza e il principio di agonismo.

Allo stesso tempo, sono già state spiegate le generalità della funzione di Alvini, tecnico della Cremonese. Funzione similare, negli schemi e nelle operatività delle funzionalità, a quella di Gasperini.

Adesso, dopo aver fatto un breve riassunto delle scorse “puntate”, arriviamo al fulcro di questo breve articolo: come “converge” la squadra grigiorossa?

Ecco come vede Alvini il campo da gioco. Potrebbe sembrare, per i colori, che la zona centrale (da porta a porta) sia quella meno utilizzata. In realtà ci sbaglieremmo di gran lunga, se la pensassimo così. Essa rappresenta il "punto di arrivo" della manovra grigiorossa, la zona nella quale convergere per concludere l'azione; rispettando la legge della verticalità

La manovra viene costruita dal centro verso l'esterno, cioè il limite del campo di pressione (badate bene non del campo da gioco). Campo di pressione, nel quale viene spostato, attraverso l'uso degli schemi (esercizi operativi mnemonici), il pallone.

Questo è, soprattutto nel calcio odierno, l'"oggetto del desiderio”, l'oggetto che “deve” rientrare nella visibilità della funzionalità che opera nella sua determinata locazione (non zona (la diversità tra localizzazione e zona verrà affrontata in altro luogo)).

Ciò eleva, oltre la sua reale importanza, la sfera da gioco.

Infatti, né palla né giocatore sono il pericolo, ma lo spazio rappresenta l'oggetto conoscitivo reale. Oggetto conoscitivo e, sottolineiamo, non pericolo. 

Eppure, per comprendere tale diversità, dovremmo interpretare, privandoci del binario e dell'antinomia. Cosa impossibile, data la funzione del mondo.

Perciò nessuna squadra rispetterà mai in toto i princìpi della legge della verticalità. Tranne che nei limiti schematici della sua funzione. Limiti non prevaricabili che definiscono, riqualificando il potenziale creativo nell'estetica della ripetizione.

Ora torniamo al fulcro dell'articolo. La Cremonese utilizza le corsie laterali per spostare l'"oggetto del desiderio", per spostare l'oggetto attrattivo e attaccare il cosiddetto “lato cieco”:

Il "lato cieco" viene definito dal limite del campo di pressione. Limite che viene spostato vicino all'area di rigore, proprio per rendere efficiente la manovra. Lì, le funzionalità agiscono per concludere, per convergere.

Quindi, è vero dire che le catene laterali, nel calcio proposto dalla Cremonese, siano il mezzo conclusivo, il mezzo con cui arrivare al (sopra citato) “punto di arrivo”.

Questa la causa per cui Italiano, se non sicuramente, quasi, cercherà di limitare il trequartista e chiudere le linee di passaggio, che partono dai centrali difensivi e arrivano alla mediana. Così da costringere al possesso palla e sterilizzare l'operatività delle corsie laterali della squadra di Alvini.

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