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AAA Cercasi Kouame. L’esperimento delle due punte schierate sembra fallito. La crescita di Vlahovic è esponenziale: ma questo rinnovo?

Le tanto acclamate “due punte” lì davanti Prandelli le ha schierate, ma una pare non essere ancora giunta alla cronaca. Contro la Sampdoria, prima, e contro lo Spezia, dopo, il tandem Kouame-Vlahovic ha lasciato un po’ a desiderare. Tra i due, il serbo convince sempre di più: in attesa che arrivi finalmente Kokorin lì davanti. Ma occhio alle sirene alemanne.

Sin dal suo secondo approdo sulla panchina viola, Cesare Prandelli aveva messo al corrente tutti su quello che avrebbe costituito Christian Kouame nel suo XI ideale: nulla più che una seconda punta. Ed in effetti, sin dai tempi del Genoa, era sembrato a tutti chiaro che l’ivoriano rendesse di più in questo ruolo oppure in quello, forzato, dell’esterno destro. Ciononostante, Kouame aveva sempre fornito segnali positivi a riguardo, infortuni permettendo. Ma qui a Firenze sembrerebbe che l’attaccante non sia riuscito mai a trovare la sua dimensione effettiva. Una volta punta, una volta seconda punta, una volta esterno, una volta in panchina, più volte in infermeria. Una situazione che avrebbe creato più di una semplice confusione nella testa di chiunque: figuriamoci in quella del nostro Christian. Ed in effetti i risultati sul campo ce lo raccontano in modo chiaro e trasparente. Tralasciando la mole di lavoro sporco effettuata in fase difensiva, di ripiegamento e di appoggio, Kouame non ha mai lasciato fondamentalmente il segno sul campo. O, quantomeno, non ha fatto quello che ci si aspetterebbe da un attaccante come lui: dribblare, smarcarsi e tirare. La mancanza di tiri effettuati nello specchio della porta avversaria è tangibile. Contro la Sampdoria, lo si è percepito reiteratamente. Contro lo Spezia, lo si era potuto scorgere nella sola prima frazione di gioco: non che gli ospiti avessero fatto di meglio. Ma se non fosse scattata la molla d’orgoglio al subentrante Castrovilli, di cosa staremmo parlando oggi? Possiamo affidarci ai sempre più veritieri numeri statistici. Nonostante la vittoria perpetrata ai danni degli aquilotti, i gigliati hanno tirato in porta solo cinque volte. Tolti i tre proiettili di Vlahovic, i rimanenti bussolotti si possono registrare smistati tra difesa e centrocampo. Questi sono i fatti, contro lo Spezia sono valsi tre gol: contro le altre? Pare, dunque, chiaro come tutto ciò non basti alla lunga. Ed in lotta salvezza, con questo organico, bisogna destarsi il prima possibile. Una cosa, però, pare costituisca più che una certezza: la crescita perpetua di Dusan Vlahovic. Nonostante le innumerevoli critiche versate nei confronti del classe 2000 ad inizio campionato, il serbo ha dimostrato di essere sempre più in costante fase di maturazione. Adesso segna anche in acrobazia al volo. Da un lato, possiamo solo immaginare cosa possa tirare ulteriormente in futuro dal suo cilindro. Dall’altro, però, pervade un senso di rassegnazione. Della serie “immagina cosa potrebbe fare se avesse un degno partner d’attacco al suo fianco”? Ed è qui che il tifoso viola attende con smania ed ansia Aleksandr Kokorin: problemi muscolari permettendo. Ma attenzione alla questione rinnovi. Secondo alcune indiscrezioni trapelate nella giornata di ieri, per Dusan Vlahovic si starebbe muovendo sotto traccia il Borussia Dortmund: in ottica post Haland. Se ciò trovasse conferme, la domanda sorgerebbe più che spontanea: come mai è ancora in sospensione la questione rinnovo dell’arciere? Un ammodernamento del contratto sarebbe più che opportuno e congruo allo stato attuale: per non incappare in un Muriel bis, magari. In attesa di saperne di più, tutti fanno affidamento alle parole del presidente Rocco Commisso: la programmazione alla Fiorentina c’è dal primo giorno. E tra i primi cavilli ci auguriamo sia messo in risalto la prosecuzione dell’avventura in maglia viola del serbo. D’altronde, se a muoversi in tal senso ci sarebbero i nerogialli tedeschi, ci sarà pure il suo degno motivo.    

Pasquale Marcantonio

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