TRENTA+E+TRENTUNO
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TRENTA E TRENTUNO

“Si è fatto trenta, ma non trentuno”. Motto quanto mai azzeccato, in ambito Fiorentina. Pensiamo alla stagione viola e ad alcuni paradossi… Ha una rosa con diversi singoli di indiscussa qualità, ma la classifica non decolla. Crea, ma non segna. Batte la Juventus, per citare il picco più alto di annata, e perde punti preziosi contro squadre nettamente più deboli carta alla mano. Dimostra cuore contro il Torino, ma non va comunque oltre il pareggio. Manca sempre qualcosa per essere completamente contenti e appagati. Quella scintilla. Quel dettaglio. Quell’incantesimo capace di creare il giusto mix in grado di far decollare l’annata gigliata e l’entusiasmo dei tifosi. Se in molti casi chiedere il trentuno è il minimo sindacale e la sua assenza non può che essere una colpa e portare critica e autocritica, così non è se si affronta l’Inter. “Si è fatto trenta, ma non trentuno”, infatti, vale anche se si pensa al prossimo avversario degli uomini di Prandelli. La premessa è che la partita che fa la stagione, per la Fiorentina, non è certo quella contro i nerazzurri. E che il trenta, in questi casi, è un gran bel risultato, se si considera che quest’anno spesso non si è visto neanche quello. Proprio con l’Inter però recentemente i viola hanno sfoderato prestazioni di buon carattere, qualità e personalità. Non è un caso che l’x abbia fatto capolino spesso e volentieri negli ultimi scontri. Cuore, impegno, Lotta…è tutto quello che si può chiedere in una sfida dove qualsiasi sia il risultato sarebbe comunque dolce se composto da una prestazione che porti certezze, autostima, consapevolezza, una sfida, insomma, giocata da Fiorentina. Come nelle ultime sfide contro i nerazzurri. Eccolo li, scritto nelle prestazioni viola: trenta. Eppure, anche in questo caso, lo si vede chiaro: è sempre mancato il trentuno. Dal polpastrello di D’Ambrosio, per citare uno degli episodi più contestati delle ultime sfide, alla rimonta subita con i cambi milionari di Conte nella gara d’andata, sino al gol all’ultimo secondo di Lukaku nell’eliminazione in Coppa Italia di qualche settimana fa. Perché trentuno è anche questo. Fortuna, un dettaglio, un episodio, un momento. Ecco perché servirà intanto metterci il trenta, e chissà, in controtendenza, non arrivi anche quel passo in più. In fondo, sta nei dettagli. Mezzo centimetro. Un tocco. Una incertezza. L’importante è farsi trovare pronti. E chissà che i tifosi della Fiorentina non possano leggerlo li, sul prato del Franchi: trenta, e trentuno.

Beatrice Canzedda

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