Doveva essere l’ennesima sconfitta. La quinta consecutiva. Un disastro annunciato contro la capolista. Fiorentina risucchiata nei bassifondi della classifica. Solo tre punti sopra la zona critica. Il destino di Vincenzo Montella irrimediabilmente segnato. Doveva essere questo il bollettino di una sconfitta nemmeno troppo meritata. Doveva ma non è stato. Perché un ragazzo di diciannove anni si è preso la squadra sulle spalle. Ci ha creduto, ha resistito, ha bucato la difesa e con il suo sinistro ha disegnato una traiettoria che ha. Una rete da vero goleador. Per dire che la Fiorentina ha trovato il centro di gravità permanente dell’attacco serviranno altre prove, altre reti ma non si segna per caso una rete come quella. C’è tutto in quell’esultanza liberatoria e strafottente, c’è tutto in quell’abbraccio ad un allenatore traballante fino a trenta secondi prima. Montella è salvo, per ora, ed è “felicissimo” per Vlahovic che conferma la fiducia del gruppo nell’allenatore: “Siamo tutti con Montella”. Non sarebbe stata una sconfitta giusta nel compresso. L’Inter va in vantaggio grazie all’ex Borja Valero che non esulta ma la Fiorentina non si spegne. Ci credono più di altre volte i viola. I nerazzurri al contrario non la chiudono e sembrano dover ancora smaltire le scorie della bruciante eliminazione in Champions. Dragowski tiene in vita la speranza con diverse parate impeccabili tra cui quella sul colpo di testa di Lukaku. C’è tempo anche per rivedere in campo Eysseric, in campo al posto di Castrovilli. Alla fine la Fiorentina la riprende, acciuffandola. Come già successo in altre apparizioni, con un’azione in solitaria, con la prodezza di un singolo e non con il gioco di squadra.
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