Ed in questo momento sarebbe difficile trovare altri capri espiatori che non sia quello di Christian Kouame. Anche perché, allo stato attuale delle cose, è l’unica alternativa offensiva a disposizione. Non si vuole puntare il dito contro nessuno in particolare, si sta riportando solo un mero esempio. D’altronde, le statistiche parlano chiaro e bisogna tenerne conto. Contro i blucerchiati i viola hanno tirato 15 volte di cui solo 7 in porta: 1 gol. Se si considera, d’altro canto, i numeri della Samp ci troviamo davanti a 7 tiri totali di cui 3 in porta: e 2 gol. Cifre che farebbero arrabbiare chiunque si trovi dall’altro lato ma che fanno riflettere. Nonostante la parca prestazione realizzativa dei padroni di casa, la vittoria ha bilanciato l’ago dalla parte di quest’ultimi. E Kouame, nonostante il grande sacrificio e la gran parte di lavoro sporco svolto, ha il dovere di tirare più volte in porta: o, quantomeno, di provarci. Domenica pomeriggio anche Biraghi e Bonaventura avevano tentato alcune conclusioni. E sperare esclusivamente nel solito lampo di quest’ultimi è controproducente. Basti pensare che, ad un certo punto del match, si poteva addirittura scorgere il migliore in campo Lucas Martinez Quarta prendere l’iniziativa dalla propria trequarti, saltare due o tre uomini e tirare in porta. Un difensore che propone un certo tipo di giocate è lodevole da un lato, ma dall’altro ti fa riflettere. Lo si ribadisce: grande prestazione di cuore contro la Samp, ma lì davanti ci vuole maggiore cattiveria. Si immagini di affiancare a quella grinta mostrata sul campo (specialmente nel corso del secondo tempo) maggiore aggressività, maggiore rabbia in fase offensiva e maggiore concretizzazione delle occasioni da gol. Oltre al fraseggio intorno all’area di rigore, bisogna infilarsi e tirare: e non lo dice il sottoscritto, lo dicono i numeri. I padroni di casa lo hanno svolto con minore intensità dei gigliati: ed allora come mai sono riusciti a strappare tre punti? Resta l’amaro in bocca, certo. Ciononostante, si celebri la trasformazione della Fiorentina rispetto a qualche mese fa. La paura dei primi tempi sembra, ormai, totalmente scomparsa dal volto dei giocatori viola. Ed il merito sarebbe tutto da elargire al maestro di calcio Cesare Prandelli. Costui, nonostante la mancanza di risultati, sta plasmando in meglio quei singoli che sembravano perduti per la via. Prendi Erick Pulgar, per esempio. Nonostante gli strascichi portati da quel maledetto virus, ultimamente sembra essere ritornato quello del Bologna. E si vuole credere che nessun’altro tecnico sarebbe riuscito in questa impresa. In attesa del ritorno di Amrabat, la mediana sembra essere in buonissime mani con il cileno. Si prendano in considerazione, quindi, anche i lati positivi di tutta questa storia: non solo quelli negativi. E si aspetti con pazienza l’arrivo definitivo di Aleksandr Kokorin, ma fino ad un certo punto. Perché lì davanti serve la vera svolta ed in fretta. Perché l’esclusivo sforzo, encomiabile, del turbo 2000 serbo non basta.
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