Foto di Giacomo Morini ©
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Luciano Spalletti si prepara ad affrontare la Fiorentina in una sfida cruciale per la lotta scudetto. Dopo la grande prova contro l'Atalanta e dopo aver accorciato a -1 la vetta del campionato, l'allenatore del Napoli non può permettersi passi falsi iniziando già domani nel match contro la Fiorentina. Dovrebbero scendere in campo gli undici titolari, rimane solo il dubbio Rrahmani.

Queste le sue parole in conferenza stampa: Osimhen? "Victor sta bene e ci sarà, ma la sua assenza ci ha fatto capire quanto è forte questa rosa, ci ha confermato quanto sono forti Mertens, Petagna quando ha giocato, Zanoli che non aveva mai giocato e fa il Di Lorenzo, Lozano e Elmas che entrano dopo e mettono al sicuro il risultato con forza e velocità... Osimhen è importantissimo, ma non lo spingete troppo... Deve stare in un gioco corale e di squadra"ci sono quattro squadre in corsa tra cui noi, sarebbe ridicolo non ammetterlo. Possiamo vincerlo o non vincerlo, ma comunque andrà non si potrà parlare di fallimento e sarà stata una storia bellissima. Noi andiamo per la nostra strada al di là di quelli che saranno i risultati delle nostre avversarie. La gestione dello spogliatoio è facile perché abbiamo capito ormai con che professionisti ci confrontiamo. Se siamo qui è segno che la squadra è squadra vera. Domenica scorsa eravamo tutti in grande condizione fisica e mentale, nonostante le difficoltà della vigilia, questo è un segnale di grande serietà: se non tieni il ritmo alto negli allenamenti e non ti comporti da professionista diventa difficile in ogni partita, figuriamoci contro l'Atalanta. Ora tutti vogliono giocarsi le loro possibilità e sono convinto che domani lo faranno vedere".

Il pubblico di casa?

"Normalmente le difficoltà ci sono più fuori che in casa, è chiaro, perciò aver vinto certe trasferte ha più valore delle sconfitte in casa. Quelle sconfitte sono figlie di tentativi di mettere in pratica il calcio che vogliamo esprimere e di qualche episodio girato a sfavore. Se si vanno a rivedere le partite siamo riusciti a perderne alcune senza subire un tiro in porta. Lo stadio pieno è il pezzetto che ci manca e domani l'avremo. Se durante la gara avremo difficoltà basterà guardarsi intorno e diventerà tutto più facile. La classifica dice che stiamo facendo bene in campionato, il 'Maradona' pieno dice che stiamo facendo bene per i napoletani. Lo stadio gremito è come un mantello che ti avvolge e ti può far diventare un supereroe".

Sulla Fiorentina?

"Merito alla società perché la squadra è forte, hanno lavorato bene sul mercato e nella scelta dell'allenatore. Per quanto riguarda le insidie basta ricordare la gara di Coppa Italia dove ne abbiamo prese 5, in casa. Io Italiano l'ho portato come esempio, quando anche contro 9 chiedeva ai suoi di pressare e fare gol: è il modo corretto per infondere determinazione e per diventare una grande squadra. Gli va detto bravo. La gara è insidiosa, loro fanno un calcio moderno, ti vengono addosso, gestiscono palla, fanno un calcio veloce, con pressioni alte e avvolgimento di gioco sugli esterni, perché attaccano molto lì. Sarà una partita difficilissima, ma sappiamo quello che dobbiamo fare e proveremo a vincerla".

Sul ruolo del calcio durante la guerra

"Ci siamo espressi, abbiamo fatto video, abbiamo detto tante cose e si può aggiungere altro perché la guerra va avanti e turba le coscienze. È un veleno che cola nelle nostre case e ci impedisce di vivere serenamente. Vediamo immagini che turbano la sensibilità di chiunque. La rivolta delle persone è sempre stata importante per fermare le guerre, ognuno deve fare quello che può, senza domandarsi se è importante. La guerra uccide per sempre chi la fa, anche rimanendo in vita, è insopportabile".

Come affrontare il finale di stagione?

"La resilienza farà la differenza. La capacità di mettersi sempre in gioco e di ripartire, giorno dopo giorno. Noi dobbiamo tentare di vincere queste 7 partite, poi dipenderà dalle situazioni di gioco e dalle qualità degli avversari, ma abbiamo chiaro il nostro cammino da qui alla fine. Poi ovviamente ci sono altre squadre e il risultato della prossima partita dipenderà anche da quella precedente, ma sono convinto che i ragazzi daranno tutto. Lo Scudetto si può vincere e non vincere, dobbiamo viverla serenamente, al di là di come andrà è stata e sarà una storia bellissima. Nessuno potrà parlare di fallimento, perché la Champions è un obiettivo. I nostri calciatori sanno però cosa vogliono e lo faranno vedere, poi se sarà sufficiente e dipenderà da noi lo vedremo strada facendo. Anche oggi in allenamento il messaggio è stato chiaro".

Su Lobotka

"Il play forte è quello che ti dà soluzioni, sbocchi, gioco di squadra, ma anche qui è facile ricordare che non sempre c'è stato: ha avuto infortuni, c'era Demme che è stato spesso il migliore in campo, ma io devo scegliere e farne giocare 11 e ho dato fiducia a Lobotka. Demme non ha avuto quest'opportunità, ma quando entrerà si farà trovare pronto e questo fa la differenza. Non prendere il posto di un altro, ma giocare al suo fianco, così il gruppo diventa fortissimo".

Su Mertens

"È colpa mia e ha giocato poco. Lui meriterebbe di giocare tutte le gare per come si allena, per come gioca e per come ragiona. Io sono convinto che ha dato un contributo importante se siamo con questa classifica, ma sono altrettanto convinto che deve ancora dare il meglio da qui alla fine. Su quelli come lui non si rimane delusi, il suo sentimento verso questi colori e questa città... Sono contento di avere persone così che mi restituiscono il massimo".

Dubbi di formazione?

"Dubbi ne ho sempre, tutti si allenano bene e quando ce li hai a disposizione i dubbi verrebbero a chiunque. L'importanza della partita però mi aiuta nelle scelte, perché i giocatori daranno tutti il massimo e con la partecipazione dello stadio l'atteggiamento sarà uguale per tutti, chi entrerà e anche chi non giocherà e resterà a bordo campo".

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