Quando era alla guida del Padova nell’83-84 lasciò proprio per questi motivi. “Lo stress ti annienta – racconta Aldo Agroppi a TMW – e da lì alla depressione il passo è breve”. Questo il racconto dell’ex-tecnico: “Arriva un momento in cui devi abbandonare perchè non ce la fai più. Prandelli ha sentito che tutto è andato storto, pensava ad altri risultati. E’ amato a Firenze e vedere che le cose non andavano come vuole gli ha fatto accumulare tensioni. Bisogna stare attenti perchè si rischia di andare anche in depressione. Lo stress è difficile da sopportare, i giorni non passano mai, avverti un senso di colpa. In più ci metti anche che passano gli anni, non c’è più entusiasmo di anni fa”. Oggi è ancor più duro fare l’allenatore? “E’ un mestiere che ti ammazza nello spirito e nella mente. Ripeto, ad un certo punto non c’è altro da fare che smettere. Continuare è peggiorare la situazione e andare incontro a malattie più gravi. Prandelli evidentemente non ce la faceva più, tra l’altro l’ho visto dalla tv e pareva invecchiato. Oggi fare l’allenatore può significare non avere più libertà e serenità. Il calcio di oggi ti “ammazza”, tra virgolette. Prandelli ha fatto bene a non insistere, sarebbe andato incontro a delle sconfitte fisiche. Lo capisco”
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