Pres. AIA, Zappi: "Gli errori sono diminuiti, ma dobbiamo ancora migliorarci"
Durante la conferenza stampa di fine stagione il presidente dell’AIA Antonio Zappi ha analizzato l’annata della classe arbitrale

Durante la conferenza stampa di fine stagione il presidente dell’AIA Antonio Zappi ha analizzato l’annata della classe arbitrale.
Resoconto finale sulla stagione arbitrale
“Giornata di bilanci a fine stagione. Sarà una giornata di confronto con grande disponibilità al dialogo da parte dell’AIA. Rispetto alla comunicazione dei mesi scorsi non faremo autocelebrazioni, non immaginiamo di dover fare comunicazione senza metterci in discussione. Siamo perfezionisti, parleremo del molto di buono che è stato fatto, ma anche della necessità di fare meglio. La tecnologia mette a nudo gli errori e dobbiamo ridurre al minimo lo spazio d’errore. Gli errori si sono ridotti di molto, bisogna cominciare a mettersi in discussione con la capacità di crescere dal punto di vista tecnico. Affronterò in maniera lucida alcune prospettive immediate che la nostra associazione sta tracciando.
Riteniamo che ci siano state delle difficoltà dal punto di vista tecnico, c’è un problema di sovraffollamento di organico, ci sarà una riduzione di organico concordata con il designatore Rocchi. Vogliamo valorizzare i ragazzi a livello meritocratico. C’è il tema della prospettiva dei nostri ragazzi, vogliamo fare un investimento sui giovani. Non ci nasconderemo dietro autocelebrazioni, tra i 117 arbitri al mondiale per club avremo solo un VAR che è Marco Di Bello, è un segnale che non dobbiamo sottovalutare. Abbiamo l’onore e l’orgoglio di essere riconosciuti tra i più bravi del mondo, ma dobbiamo rivalorizzare e rigenerare una nuova generazione di arbitri. Il tema comportamento degli allenatori è un qualcosa di cui dovremo confrontarci, spesso in questo rapporto tra arbitri e allenatori si degenera con le parole. Ci sono cariche agonistiche esagerate, lo stile degli allenatori diventa un esempio negativo. È inutile agganciare a questo il tema della violenza, abbiamo il dovere di segnalare ai massimi livelli quello che è il dovere civico di contrastare un’emergenza sociale.

Sul tema della simulazione
L’altro tema è quello della simulazione, chiedo di fissare definitivamente una linea tra scene teatrali e conseguenze naturali di un contatto. La domanda che pongo è se la simulazione debba indignarci o essere accettata come componente culturale. Spero che nella prossima stagione si possa avere una prospettiva nuova per evitare le simulazioni anche sonore con urla disumane a ogni scontro per condizionare le scelte dell’arbitro. In un mondo dove tutto è diventato step on foot non si deve esagerare su queste sceneggiate per spingere l’arbitro all’errore”.
Lo riporta TMW.