Stiamo giustamente esaltando un Napoli che così spettacolare non si ricorda dai tempi della "Magica", forse neanche con Sarri era così esagerato. Ma alla decima giornata dell'anno scorso Spalletti era partito addirittura meglio (come risultati, non per il gioco): 28 punti, con 9 successi e un pari.

Anche il Milan era a quota 28 (oggi è a -5 da allora). L'Udinese invece sta volando (+11), come l'Atalanta (+6). Questa Juve in crisi ha addirittura un punto in più di quella del 21-22. Nelle prime otto c'erano le sette che si sono qualificate per l'Europa, più l'Atalanta crollata strada facendo.

Insomma, dieci giornate indicano la strada, ma non sono una sentenza. Un dato però emerge: la classifica si sta spaccando in due blocchi.

Il primo, con Napoli, Atalanta, Milan, Roma, Lazio, Udinese e Inter si chiude con la Juve, un po' staccata a quota 16: non è una grande Juve ma, con il potenziale che si ritrova, difficilmente la ritroveremo laggiù a fine stagione. Anche i nerazzurri non sembrano da settimo posto.

Quindi un vuoto di quattro punti ed ecco il Sassuolo. Nella parte bassa della classifica ci sono tre-quattro squadre che possono sperare di non perdere il contatto: Sassuolo, Torino, Fiorentina e, se recupera i principi di Juric e Tudor, il Verona. Le altre, con tutto il rispetto, sembrano poter aspirare alla salvezza, più o meno sofferta. Dopo il grande equilibrio iniziale, il campionato sta assumendo la sua fisionomia.

A riportarlo è la Gazzetta.

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