“Questa è una tragedia epocale, in primo luogo per il costo di vite umane. Temo che potrebbe diventarlo anche dal punto di vista economico. Ma, come ogni svolta della storia di livello globale, si potrebbe trasformare in una grande opportunità per resettare comportamenti e rimettere in ordine sistemi squilibrati come il mondo del calcio. Lo scenario economico generale e quello del calcio in particolare subiranno nei prossimi due anni una brusca frenata. Tutti i soggetti che rappresentano fonte di ricavi (tv, sponsor, botteghino) diminuiranno i loro investimenti anche per i contratti in corso. Sarebbe auspicabile che anche i relativi costi pluriennali diminuissero conseguentemente per mantenere in equilibrio il sistema (calciatori, procuratori) conservando gli asset patrimoniali delle società. La maggior parte di esse è in grande difficoltà già adesso e, a fronte di una contrazione dei ricavi ipotizzabile nei prossimi anni, potrebbe fallire, non potendo più avere il supporto delle aziende dei proprietari, anch’esse in difficoltà. È un momento in cui tutte le componenti devono rendersi conto che un mondo è finito e che bisogna costruirne uno più sostenibile”.