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Lutto nel mondo dell’editoria: Piero Gelli si spegne a 81 anni

E’ morto nella mattinata di sabato 9 maggio a Sesto Fiorentino (Firenze), dov’era nato nel 1939, Piero Gelli, silenzioso e lucidissimo protagonista della letteratura e dell’editoria del secondo dopoguerra italiano. Il suo nome, infatti, è legato alla direzione di Garzanti, dove approdò subito dopo la laurea in storia della lingua conseguita all’ateneo fiorentino sotto la prestigiosa docenza di Giovanni Nencioni, e dove rimase per una ventina d’anni, per poi passare ad Einaudi. Persona di cultura sterminata e per niente esibizionistica, grande amante della lirica – passione che aveva nutrtito frequentando le edizioni storiche del Maggio Musicale Fiorentino – si era avvicinato alla lettura divorando i libri della biblioteca circolante di Sesto. Poi gli studi universitari, la tesi su Carlo Emilio Gadda (che avrebbe in seguito conosciuto) contribuirono  fare di lui un intellettuale finissimo, dotato di un’ironia proverbiale negli ambienti letterari – è ormai storia la leggera maestria con cui riusciva a mitigare il carattere burbero e irascibile di Livio Garzanti, e la giocosità con cui scherzava sull’omonimia imbarazzante con un altro Gelli, Licio – e di una grande gentilezza e umiltà, nonostante la storia illustre e le esperienze che aveva accumulato. E fu proprio grazie all’autore del Pasticciaccio che Gelli intraprese la strada  dell’editoria: chiamato da Garzanti nel 1968 a studiare alcuni inediti dello scrittore (tra i quali scovò il manoscritto de La meccanica), non abbandonò mai quel mondo; dal 1980 al 1983  lavorò a Rizzoli, fianco a fianco con Oriana Fallaci; poi, dopo un breve ritorno a Garzanti – fu testimone dell’abbandono, da parte di Pasolini, della casa editrice che lo aveva “lanciato” – il passaggio a Einaudi dove, con Oreste Del Buono, inaugurò la collana dei tascabili e dove, tra l’altro, lavorò alla pubblicazione del romanzo postumo di Pasolini, Petrolio; al nome di Piero Gelli infine è legata la stagione più florida di Baldini e Castoldi: quella dei best seller di Susanna Tamaro e Giorgio Faletti. E proprio per la casa editrice milanese aveva curato, nel 1997, il Dizionario dell’Opera, opera di riferimento per cultori e neofiti. Amico di tanti grandi della letteratura italiana – da Giorgio Caproni a Attilio Bertolucci, da Sandro Penna a Arbasino – Gelli ha scritto per l’Unità, per Alias, e ha curato opere di Gide per Bompiani e la monografia di Massimo Mila su Verdi per Rizzoli. Lo riporta Repubblica.

Redazione

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