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Rabbia e delusione, ma Davide è la via d’uscita

Amarezza. Non tanto per la sconfitta di per sé – perdere contro la Roma, che oggettivamente ambisce a diversi traguardi rispetto alla Fiorentina, può succedere. Ma perché ancora una volta la Viola viene beffata sul finale, quando il risultato andava difeso e conservato con i denti. C’è delusione, quasi rassegnazione e non potrebbe essere altrimenti.  Quattordicesimo posto in classifica, a cinque punti di distanza dalla zona retrocessione. Appena sei vittorie e sette pareggi conquistati. Dodici le sconfitte rimediate. 26 gol segnati, 38 invece le reti subite. L’aria pesante che si respira in casa Fiorentina è tutta in questi numeri. Dati che raccontano di una squadra che non convince e fa una fatica incredibile a costruire,  segnare e soprattutto vincere. L’inizio settimana in questa stagione stagione è coinciso troppo spesso purtroppo per i tifosi viola con la ricerca di colpevoli e responsabili…è colpa della squadra costruita male, è un blocco mentale, è la gioventù, è colpa dei leader, manca il senso di appartenenza…la realtà è che probabilmente è un insieme di tutto. Quel che è certo è che se nonostante svariati allenatori, moduli e giocatori la situazione è ancora la stessa, con zero certezze e molta confusione, e se anche quella solidità difensiva che sembrava essere stata acquisita con Prandelli sembra ormai un ricordo, il problema è di quelli grossi, e viene da chiedersi come si potrà mai uscire da questo tunnel. Serve più rabbia, più delusione, più amore per la maglia, come chiesto anche dai tifosi. Serve più tutto per arrivare alla salvezza. Perché quanto fatto sino ad ora deve scontrarsi contro la realtà dei numeri, e questa dice che non è abbastanza. Poi sarà ora dell’ennesima rivoluzione e di nuove, si spera questa volta rispettate, speranze. Una speranza che, soprattutto oggi, ha le sembianze di Davide Astori. Manca l’eterno capitano, dentro il campo ma soprattutto fuori. Eppure, nel calore che il mondo Fiorentina continua a riservargli…nei sorrisi, negli abbracci, c’è scritta una parola, la più importante di tutte: insieme. Unione, gruppo…appannato, ma eccolo il senso di appartenenza. Sino a quando ci sarà questo, la Fiorentina sarà sempre li, pronta a rinascere più forte di prima. In fondo al tunnel la luce c’è…la speranza è che si trovi la strada per raggiungerla il prima possibile.  

Beatrice Canzedda

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