L’ex tecnico della Fiorentina Cesare Prandelli ha rilasciato un’intervista ai microfoni de La Stampa ai quali si è raccontato ricordando anche il passato in viola dagli anni di successi fino all’ultima sfortunata esperienza in panchina. Di seguito un estratto delle sue parole.
È una domanda che non mi è mai stata fatta. Sì, è tutto cambiato ma poi cerchi di avere equilibrio anche per la famiglia, ma cambia tutto. Prospettive, abitudini, tutto. Come sto ora? Diciamo che sto molto meglio. Poco tempo fa ho avuto una fortissima e improvvisa polmonite. Sono stati bravi i medici dell’ospedale civico di Brescia. Li devo ringraziare. Sono stato fortunato, adesso sto finalmente bene
Firenze è entrata, ci è rimasta e resterà sempre nel cuore tanto che vivo qui da allora. Ci sono amori che nascono spontaneamente, senza costrizione, senza costruzione. Il primo anno arrivammo subito in Champions ma nel secondo ci furono le sentenze per la cosiddetta «Calciopoli». La sera eravamo improvvisamente in B a causa della penalizzazione. Era il giorno della presentazione della squadra ai tifosi. Erano tutti con la radiolina all’orecchio. Aspettavano notizie, non capivano, erano preoccupati. Mi sono sentito di parlare dal profondo dell’anima. Dissi loro che non potevo sapere che cosa sarebbe successo ma che io sarei rimasto su quella panchina. Anche i ragazzi mi restarono accanto e da lì nacque questo rapporto incredibile con i tifosi viola. Che, ovvio, erano orgogliosi dei risultati e del bel gioco ma Firenze ti ama se sei un uomo e se la rispetti. Il resto viene dopo
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