E’ fuori discussione, come detto da alcune personalità del mondo del pallone, che in questo complicato momento per il nostro paese la vera squadra da tifare sia una sola: quella dei tanti medici e infermieri impegnati a lottare la guerra contro il Coronavirus. Di fronte all’emergenza, anche il calcio ha chinato la testa e si è dovuto fermare. La Fiorentina però non ha mai smesso di scendere in campo. Ieri contro l’Udinese, oggi al fianco della sanità. Da giorni ormai i profili social dei viola hanno visto sfilare uno dopo l’altro giocatori e dirigenti, da Barone a Chiesa, da Pradé e Ribery, tutti uniti in un unico grande messaggio: restiamo a casa. Sentito, risentito, eppure non sentito mai abbastanza. Tre semplici parole che in questo momento sono le uniche armi per poter dare il nostro contributo alla lotta contro il virus. Stare a casa. Nulla, se comparato a quelli che in queste ore combattono in ospedale. Eppure tanto. Come tanto conta la discesa in campo della Fiorentina. Firenze infatti è ironia, sfacciataggine, leggerezza e un pizzico di incoscienza, ma anche compostezza e unione….ed ovviamente, un legame inossidabile con la maglia viola. Fa specie sapere la città vuota e le serrande abbassate, ma consola se si pensa che soprattutto in un momento come questo, la Fiorentina e Firenze ancora una volta scendono in campo insieme…anche se stavolta campo e tribuna si trovano a casa. Un piccolo, grande contributo al servizio di medici e infermieri. Nella speranza che l’Italia riabbracci presto la sua normalità.
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