La prova del 9. Quella che vedrà la dirigenza viola scegliere il prossimo "bomber" della Fiorentina. Nove come il numero di maglia emblema del centravanti. Attualmente a Firenze è sulle spalle di Kouame, ma la sensazione e che i giochi siano ancora tutti aperti. Da troppi anni ormai si recrimina alla Fiorentina di non avere un attaccante di peso che possa garantire un rendimento da doppia cifra. Se anche Chiesa, capocannoniere di quest'anno con 10 reti, dovesse rimanere, cosa tutt'altro che scontata, serve comunque un profilo che possa garantire un numero di gol da top team. Per questo, come dicevamo, la ricerca e l'analisi dei vari candidati e l'esito finale saranno un vero e proprio banco di prova per Pradè e Barone, chiamati a risolvere un problema che i viola si portano dietro da anni. A partire dai profili già in casa. Il nove, come dicevamo, è sulle spalle di Kouame..l'unico insieme a Ribery dell'attuale reparto che sembra certo di  una riconferma. Voglia e qualità non mancano. Ma l'infortunio pesante patito al ginocchio e le poche possibilità avute sin qui di mettersi in mostra rendono necessari ulteriori innesti. Ci sono poi Patrick Cutrone e Dusan Vlahovic. Per i due una stagione fotocopia: il serbo ha iniziato benissimo per poi perdersi nel post lockdown, l'esatto contrario ha fatto l'ex Milan. Attualmente l'italiano sembra più vicino alla conferma, con Vlahovic pronto a fare esperienza altrove. Ma il rischio di "mangiarsi le mani" in un senso o nell'altro non è poco. Il calcio post ripresa può considerarsi un solido punto da cui ripartire o trasformarsi in uno specchio per allodole? C'è poi il mercato. L'idea della società viola, che a giudicare dalle voci su Mandzukic dell'ultimo periodo sembrava essere quella di puntare un profilo di affidabilità ed esperienza, sembra francamente essere condivisibile. Ma anche li la tenuta fisica non è certo dato da sottovalutare. Negli ultimi giorni però Piatek sembra essere salito in cima alla lista dei desidero gigliati. In un reparto in cerca di certezze, potrebbe arrivare un'altra scommessa. Sarebbe un Milan bis o la cura Bundealiga riporterebbe il polacco ai fasti di Genova? La morale è che, a meno di improbabili risvolti sul fronte Belotti, la prova del nove più che i giocatori debbano vincerla i dirigenti. Tante scommesse, tante opzioni, un mese di tempo per far si che da un mare di incertezza salti fuori chi, finalmente, sia degno di prendersi sulle spalle un attacco ormai da troppi anni orfano di gol.
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