L’ex calciatore della Fiorentina, Valeri Bojinov, durante un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, ha tracciato un excursus della sua carriera calcistica.
A gennaio 2005 andai alla Fiorentina per 15 milioni dopo aver segnato 11 gol. Se fossi rimasto al Lecce, sarei arrivato a 20, anche perché Vucinic toccò i 19. A Firenze credevo davvero di poter vincere il Pallone d’Oro. Ricordo allenamenti aperti al pubblico e partitelle infinite. Io avevo la mia squadra, Toni la sua. Ogni giocatore metteva 10 euro e a fine mese organizzavamo delle cene. Il mio percorso con la Viola è stato “turbolento”. Ad un certo punto il tecnico Cesare Prandelli mi mandò in panchina. Ero così incazzato che risposi male anche al presidente, Andrea Della Valle. Ricordo le chiamate di Branca e Corvino. “Ma cos’hai combinato?”. Finii fuori rosa e saltò tutto, compreso il mio possibile passaggio all’Inter. Ero un po’ ribelle.
Mi piacerebbe fare il direttore sportivo, ma la generazione è cambiata e oggi chi fa questo mestiere lavora 20 ore al giorno. Ho avuto la fortuna di avere Corvino, lo Special One dei direttori, il Messi del suo mestiere. Dobbiamo inchinarci davanti a lui. La sua vittoria è stata scoprire giocatori sconosciuti e rivenderli.
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