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Badelj e i bei ricordi con la Fiorentina, standing ovation del Franchi

Finisce 1-1 al Franchi tra Fiorentina e Genoa. I viola avviano bene le danze con Belotti che prima della mezz’ora aveva trovato la rete del vantaggio con un gran gol, salvo vederselo poi annullare dal VAR per un fuorigioco di pochi centimetri. Valutazione corretta. Successivamente è il Genoa a trovare il gol del vantaggio con un rigore concesso da Parisi. La Fiorentina resta in partita e trova la rete del pareggio con Ikonè che di testa sfrutta un’invenzione di Jack Bonaventura. Finale non bellissimo per il direttore di gara Di Marco, molto titubante nell’ammonire correttamente Spence quasi invitato dalle proteste di Italiano, concede un rigore al Genoa che è bravo a togliere all’OFR e nel finale ammonisce Ranieri per proteste che in realtà non sembravano così accese.

Badelj non dimentica Firenze

Ci sono eventi e momenti che non verranno mai dimenticati. Come quelli vissuti da Milan Badelj a Firenze. Il centrocampista croato, tornato al Franchi un’altra volta dopo aver lasciato la Fiorentina ormai tanti anni fa, al momento della sostituzione ha ricevuto una standing ovation dal pubblico viola in segno di rispetto e affetto per l’uomo che dovette ereditare la fascia da capitano di Davide Astori e che è rimasto nel cuore di tutti i tifosi per lo straziante discorso in Santa Croce per il funerale del compagno. Al momento dell’uscita, anche Badelj ha ricambiato gli applausi dei presenti in un momento emozionante nonostante la concitazione della partita

Le parole di Gilardino al termine della partita

In alcune partite possiamo trovare sbocco su di lui, come contro la Juventus: sa ritagliarsi lo spazio, ha un grande controllo e capacità di giocare alle spalle degli avversari. Può fare seconda punta, trequartista e mezz’ala. Con la Fiorentina ho vissuto momenti bellissimi, ho uno splendido ricordo da calciatore: è stato strano presentarsi da allenatore. Sono il tecnico del Genoa e fiero di allenare questo gruppo che mi ha dato tanto dall’anno scorso. Per la salvezza ci manca ancora qualcosa

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Gabriele Fresa

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