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TRE RIFLESSIONI

ITALIA-LITUANIA

Terminato il match che ha visto vincere l’Italia sulla Lituania. Non un test vero, contro un avversario di pari livello. L’undici visto in campo stasera non era quello titolare e, pensando proprio ai risultati ottenuti coi titolari, bisognerebbe preoccuparsi non poco. La Lituania non ha fatto molto: un 5-4-1 compassato e speranzoso di evitare figuracce. Il calcio italiano stasera ha dimostrato, almeno, di non essere troppo scarso. Giocare meglio degli altri un tipo di calcio rappresenta una competizione, ma non un’identità. L’Europeo è stato questo.

ATALANTA-FIORENTINA

Tornado a ciò che ci concerne. Il match che vedrà impegnata la Fiorentina di Vincenzo Italiano, questo sabato, contro l’Atalanta di Gasperini, sarà una sfida che rischia di vedere due squadre annullarsi. Entrambe le compagini hanno un modo di indirizzare l’avversario, durante il pressing, molto simile, come la maniera di ruotare e convergere per concludere le azioni. Vincerà chi opterà per la verticalità e chi, stando a quello che Italiano ha mostrato in più di un allenamento, alzerà la palla per saltare i “pressatori”. Giocare alle spalle degli avversari sarà la chiave di volta della gara.

RIBERY

Quando il passato vuole parlare per il presente (cosa che piace alla società). Un giocatore che sì, può aver dato dei gran colpi al calcio giocato, ma dall’altra parte, al Bayern Monaco, c’era uno (Robben) che decise la finale di Champions League contro il Borussia Dortmund (e non solo). L’uso del passato è l’unica moneta di scambio rimasta ad un giocatore, per come ha parlato il campo, in fase di declino, o declinato. Non sono solo i numeri alla Fiorentina a parlare. Anche il suo stare in campo: andando dove non c’era bisogno, calpestava le orme degli altri e, questa è la spina dorsale degli allenatori, esigeva motivazioni palesi per quelle poche sostituzioni (perché sarebbero dovute essere di più, o, comunque, causa ciò che combinava, sarebbe sempre dovuto partire dalla panchina) che subiva. Ha dimostrato, a Firenze, di aver poco da dare sul campo da gioco. Forse la leadership? Un leader non prende 4 mln per fare 4 gol in due anni e, ancor peggio, non ne chiede praticamente 2 (milioni) per passare un anno in una squadra, vicino al mare (tra l’altro), che lotterà per evitare la retrocessione. A volte bisognerebbe riflettere sul senso della realtà. E non farsi ammaliare dalle chimere.

Manuel Cordero

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Manuel Cordero

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