Siamo a Liverpool. L’aria è gelida e umida. La classica fredda notte di un dicembre inglese.

41 mila spettatori riempiono gli spalti del teatro dei sogni. E’ mercoledì. Si gioca la Champions.

I tacchetti puntellano, ritmati, il pavimento del corridoio che, dagli spogliatoi, porta al campo. Adesso sono fermi: 22 uomini che si scrutano con la coda dell’occhio. Sanno: fra poco sarà battaglia.

Liverpool in maglia rossa. Fiorentina in maglia bianca. Davanti, poco sopra le loro teste, la scritta: “This is Anfield”.

Fuori i tifosi in rosso cantano: “You’ll never walk alone”. Il teatro dei sogni comincia ad infiammarsi.

Eppure c’è uno spicco. Esiguo, certo, ma impavido. Il suo cuore ha lo stesso colore della canzone che intona: “La canzone viola”. L’inno della Fiorentina. 

“Garrisca al vento il labaro viola, sui campi della sfida e del valore…”, così cantano a squarcia gola i tifosi fiorentini andati là, su uno dei campi più difficili che il calcio conosca.

Loro fanno sapere agli avversari: “Noi non abbiamo paura. La nostra squadra non ha paura!”.

Le compagini fanno il loro ingresso sul campo. “Liverpool… Liverpool, Liverpool, Liverpool...”, questo il coro che accompagna i padroni di casa. Gli ospiti non si fanno pregare: “Ci siamo anche noi!”.

“Forza viola alè, forza viola alè, viola alè, viola alè…”, rispondo così.

Infine, parte l’inno della Champions League.

Le formazioni:

LIVERPOOL (4-2-3-1): Cavalieri; Darby, Skrtel, Agger, Insua; Aquilani, Mascherano; Benayoun, Gerrard, Dossena; Kuyt. All.: Rafael Benitez.

FIORENTINA (4-2-3-1): Frey; Comotto, Natali, Kroldrup, Pasqual; Donadel, Montolivo, De Silvestri, Jorgensen, Santana; Gilardino. All.: Cesare Prandelli.

I Reds fanno a meno di Babel, mentre Torres parte dalla panchina. I gigliati, invece, non possono contare su otto giocatori tra cui: Mutu, Dainelli, Gamberini, Jovetic, Gobbi. Juan Manuel Vargas e Marco Marchionni partano come panchinari.

La partita non ha molto da dire. Infatti, nel girone, la Fiorentina è già qualificata per gli Ottavi di Finale e il Liverpool, terzo, è pronto a scendere in Europa League.

Ma i padroni di casa, anche se ormai consapevoli del loro destino, non vogliono sfigurare. Vincere davanti al proprio pubblico renderebbe tutto meno amaro.

Si parte. Damir Skomina fischia l’inizio del match.

La partita è intensa, ma bloccata. Le due squadre faticano a trovare spazi. Al 32esimo il primo squillo è viola: Jorgensen batte il corner dalla destra di Cavalieri. Sul cross De Silvestri impatta di testa. Il portiere brasiliano respinge. Ancora angolo: questa volta il danese della Fiorentina mette il pallone fuori dall’area di rigore, Montolivo calcia al volo. L’estremo difensore del Liverpool para.

La compagine di Prandelli sembra prendere ritmo, ma… 43esimo minuto: Pasqual atterra Gerrard e Skomina fischia: calcio di punizione. Il capitano dei Reds va alla battuta, sistema il pallone, pennella per Benayoun che devia di testa verso la porta di Frey. Il portiere della Fiorentina non può nulla.

Al primo tiro verso lo specchio della porta, anzi, al primo in generale, il Liverpool è avanti.

I gigliati potrebbero sgretolarsi, perché “This is Anfield”. Eppure i primi 45 minuti terminano con Natali che colpisce di testa e con la palla che termina poco sopra la traversa.

Secondo tempo: la musica non cambia. La Fiorentina non si lascia intimorire. Resta dietro compatta e poi riparte fulminea. 

Sale, sale il ritmo. Sale, sale la determinazione. Vogliono vincere. Perché? Perché loro sono Firenze.

La sofferenza non manca. Gli spazi si aprono un po’ dietro. Si rischia? Sì, come no? I Reds possono fare quello che vogliono, ma Natali, Kroldrup e Frey sono le teste di Cerbero a guardia di un girone dell’Inferno Dantesco.

17esimo minuto dei secondi 45: Comotto crossa dalla trequarti offensiva, Santana fa velo per Gilardino. Il centravanti viola serve Jorgensen, che arriva da dietro come una furia. L’esterno gigliato calcia di mancino. Diagonale imparabile per Cavalieri: 1-1.

Il match resta intenso, ma torna ad essere bloccato. Di nuovo pochi spazi. Benitez fa tre cambi: entrano Torres (62’), Pacheco (76’) e Fabio Aurelio (86’). Il tecnico spagnolo vuole provare a vincerla. Prandelli allora risponde: Marchionni (72’), Vargas (72’), Castillo (83’).

E sarà proprio uno dei tre che, con una giocata, deciderà le sorti del match.

Minuto 92’: siamo sulla catena di sinistra. Frey rilancia subito per Pasqual. L’italiano serve Vargas. Il peruviano è marcato stretto da Darby, ma El Loco è Loco. Con il suo macino compie una magia e salta il difensore inglese. Corre verso l’area di rigore e mette al centro. Lì il Gila è pronto a deviare in rete e a far entrare lui e la viola nella storia del calcio italiano. 10 come Bati in Champions. 3 come le squadre della Serie A che hanno vinto ad Anfield: Genoa, Roma e, ora, Fiorentina.

Perché raccontare questa partita?

Oggi, 5 aprile 2022, Cesare Natali compie gli anni. Lui quella sera giocò una partita sontuosa. Dovette fermare e fermò giocatori del calibro di Gerrard, Benayoun, Torres e Kuyt. Assieme al suo compagno di reparto Per Kroldrup furono i baluardi di quel miracolo: Il miracolo di Anfield.

Auguri Cesare.

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