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Bove, la sua salvezza figlia di una tragedia datata 2012: sbagliando s’impara

Intervenuto al Corriere Fiorentino, Roberto De Ponti ha detto la sua sulla tempestività dei soccorsi a Edoardo Bove, velocemente trasportato dallo Stadio Franchi all’Ospedale Careggi di Firenze dove è poi stato successivamente stabilizzato: 

Le procedure per salvare Bove sono state seguite egregiamente

E’ andata bene, questa volta, se Dio vuole. Magari Edoardo Bove ci metterà del tempo a tornare in campo, o magari non potrà più farlo, ma può e potrà ancora raccontare che sì, si è spaventato, ma forse neppure se n’è reso conto, e che il suo primo pensiero, dopo aver ripreso conoscenza, è stato fateme gioca’. Fatte le dovute premesse, è doveroso sottolineare che la notizia di domenica è che tutto ha funzionato, che la macchina dei soccorsi ha girato alla perfezione malgrado la (comprensibile) agitazione dei calciatori in campo che chiedevano di accelerare i tempi e la (altrettanto comprensibile, certo, ma fino a un certo punto) pressione a cui i soccorritori sono stati sottoposti da un pubblico spaventato e scottato dai troppi lutti che hanno segnato la famiglia viola. In meno di un quarto d’ora Edoardo Bove è passato dall’allacciarsi una stringa alla red room di Careggi, dove i medici si sono presi cura di lui. E dopo essere stato defibrillato sull’ambulanza prima di lasciare un Franchi ammutolito.

Ambulanza Bove

Il ricordo di Piermario Morosini e Mattia Giani

Si dice che sbagliando s’impara. Se è così, allora la salvezza di Edoardo Bove è figlia della tragica scomparsa di Piermario Morosini, il calciatore del Livorno che nell’aprile del 2012 si accasciò sul terreno di gioco di Pescara senza più riprendere conoscenza. Così come forse qualche ragazzo di belle speranze ringrazierà il sacrificio di Mattia Giani, l’attaccante del Castelfiorentino morto perché il regolamento non prevedeva, e se la prevedeva non puniva chi infrangeva le regole, la presenza di un medico, di un’ambulanza e/o di un addetto in grado di utilizzare il defibrillatore. Giani aveva 26 anni. Ora in Eccellenza le regole (e le sanzioni) sono cambiate, perché appunto sbagliando s’impara.

Mattia Musso

Nato nel 1999 a Noto, ho conseguito una Laurea Magistrale in Lingue, Letterature Straniere e Turismo Culturale presso l'Università di Trieste e un Master in Studi Linguistici, Letterari e Culturali presso l'Universidad de Sevilla. Voglio trasformare la mia passione per il giornalismo nel mio lavoro: sogno di scrivere e raccontare calcio in giro per il mondo. Collaboro da quasi due anni con FiorentinaUno ma ho avuto modo di misurarmi anche con altre realtà giornalistiche, se pur per un breve periodo; padroneggio lo spagnolo (livello madrelingua), l'inglese (livello avanzato), il francese e il rumeno (livello base). Mi piacerebbe trovare un impiego a tempo pieno presso una redazione sportiva o presso l'ufficio stampa di qualche società calcistica.

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