La Fiorentina aspetta da ormai uno o due secoli un gol proveniente dalle prodezze di un giocatore appartenente al reparto offensivo; anzi, anche da un tocco rocambolesco o da una carambola fortunata, ma la nuova e buffa moda degli attaccanti moderni della sopracitata è “aiutare la squadra e non segnare”. L’attacco della viola di quest’anno attraversa i tre stadi della materia in un ordine ben preciso: liquido, al contatto con le prime difficoltà, dunque uno scioglimento e una bassa concentrazione, che in calcistico significa calo prestazionale; aeriforme, quando in campo il difensore effettua una benché minima marcatura, e l’attaccante inizia ad evaporare e scomparire nell’ombra delle spalle dell’avversario. Infine è possibile osservare, seppur raramente, lo stato solido. I giocatori meno umili, quando ricevono critiche e poi siglano una rete, provano a zittire le sopracitate e ad affermarsi superbamente tra gli attaccanti con la A maiuscola, dimenticandosi l’importanza di una pedalata costante e ritmata. Quest andamento è oscillatorio ed è nocivo sia per i giocatori, sia per la società, che si trovano dunque a compiere valutazioni dubbie e difficili su calciatori altrettanto difficili da inquadrare, se tra i promettenti che hanno bisogno di tempo, o tra coloro che non possono più ricevere il beneficio del dubbio. Il calcio moderno è adatto alle compagini più attrezzate che possono permettersi il lusso di sperimentare, mentre il calcio “classico”, da costruzione e da rifondazione, e quindi utile alla Fiorentina, viene applicato nella maniera più lineare possibile, e quanto più semplice, risulterà più efficace. Difensori che intercettano e difendono, centrocampisti che impostano, esterni che spingono, ed attaccanti che segnano. Il calcio moderno prevede il portiere che va a impostare, il difensore che si propone fulcro di piccole manovre palla a terra, e l’attaccante che aiuta la squadra e compie lavori impossibile da richiedere ad attaccanti inesperti e ad un organico che deve rifondarsi. Una buona base, e altrimenti non sarebbe tale, dev’essere il primo passo verso la vetta, e uno stile di gioco facile, lineare, seminerà sempre oro. All’Artemio Franchi potrebbero anche rimuovere il tabellone delle marcature, e nessuno se ne accorgerebbe.
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