Chiamasi
'vittoria di Pirro' una battaglia vinta ad un prezzo troppo alto per il vincitore, tanto da far sì che la stessa scelta di scendere in battaglia, nonostante l'esito vittorioso, conduca alla sconfitta finale.
La
Fiorentina oggi con un comunicato ufficiale festeggia la sua
vittoria di Pirro:
quale vittoria? La
salvezza. E non v'è ombra di dubbio che la salvezza di per sé sia una vittoria, dato che per natura si contrappone alla
retrocessione: da qui a inneggiare al trionfo intercorre una distanza siderale, neanche calcolabile. Eppure la
dirigenza, sempre più lontana dalla realtà dei fatti, tenta di colmare questa lacuna con numeri e prove che non sussistono con un comunicato che lascia sempre più perplessi sulle scelte delle modalità comunicative adottate dalla dirigenza. Sicuramente 'l'impresa' di quest'anno rimarrà nella storia del club: la peggior Fiorentina dal ritorno in
Serie A, e quindi dal
2001, non può passare inosservata. Non inganni quel
13esimo posto finale: la Fiorentina ha avuto solo la fortuna di camminare sulle macerie altrui, ovvero di chi ha saputo fare di peggio, ma ha ottenuto la minor quantità di punti da un ventennio a questa parte...
fortuna e nessun merito. Per questa squadra il passo tra il restare a galla e l'affondare è stato davvero breve, come in poche altre occasioni, e tralasciando qualche sospiro di sollievo al termine della gara tra Atalanta e Benevento che ha sancito la permanenza in massima serie, nessun tifoso può e deve sentirsi soddisfatto, tanto meno orgoglioso, di quanto fatto in questo ultimo anno, biennio se vogliamo allargare l'orizzonte. Tutto il circondario del mondo viola però, dopo la
'sfuriata' del presidente in conferenza stampa, avrebbe gradito e salutato con gaudio un nuovo e diverso approccio comunicativo da parte della dirigenza: si tratta evidentemente di un'altra occasione mancata per riavvicinare la gente alla squadra, mentre va scemando la speranza e la fiducia che tanto avevano accompagnato
Rocco Commisso a
Firenze, osannato due primavere orsono a 'liberatore' dall'oppressione dei
Della Valle. Che vittoria sia dunque,
ma a quale prezzo?