Gudmundsson: "Volevo solo la Fiorentina. Rigori e Kean? Vi dico. Il rapporto con Palladino.."
Albert Gudmundsson è stato intervistato questa mattina dall'edizione odierna della Repubblica
Albert Gudmundsson è stato intervistato questa mattina dall'edizione odierna della Repubblica. Di seguito le dichiarazioni dell'islandese:
Il motivo del suo trasferimento a Firenze
Perché ho scelto la Fiorentina? Il motivo principale è che la Fiorentina mi aveva mostrato interesse già da gennaio ed era molto ansiosa di prendermi. Hanno cercato di fare di tutto per farmi venire qui ma non era il momento giusto per alcuni motivi. Poi per tutta l’estate mi hanno chiamato, insieme al mio agente, e mi hanno corteggiato in ogni modo. Tutto questo mi ha dato la giusta motivazione e non ho mai avuto dubbi. È vero che c’erano anche altri club ma la Fiorentina è sempre stato l’unico club in cui volevo andare
Da De Gea fino alla storia dei rigori con Kean
De Gea? È un fenomeno ma so come batterlo su rigore. Tutte le notti, invece, sogno come far gol a Josep Martínez. Con Kean c’è feeling, dentro e fuori dal campo. Mi fa ascoltare la sua musica, mi piace. È un giocatore fortissimo e ha ancora tanto potenziale per giocare ad alti livelli. Insieme potremo fare un’ottima stagione. Il rigorista? È chiaro che sono io il primo rigorista ma se se la sente, può tirarlo anche lui. Siamo qui per vincere e il nostro obiettivo è solo questo. Per me non è importante chi segna. Mi interessa soltanto la vittoria
L'energia di Commisso
La Fiorentina è stata anche molto sfortunata se ripensiamo a quelle partite. Il presidente Commisso ha una grande energia, si vede la sua passione e basta guardare quello che ha costruito qui. Non ho mai visto un centro sportivo del genere, il Viola Park non potrebbe essere migliore di così. Palladino? Un grande, prima di ogni gara mi dice di incidere e di esprimermi al massimo. Vengo da un piccolo infortunio prima del mio trasferimento a Firenze: lavoro ogni giorno per arrivare al top e sento che sono vicino
Il rapporto con Palladino
Palladino? Un grande, prima di ogni gara mi dice di incidere e di esprimermi al massimo. Vengo da un piccolo infortunio prima del mio trasferimento a Firenze: lavoro ogni giorno per arrivare al top e sento che sono vicino