Stefano Cecchi, sulle pagine de La Nazione, ha commentato la sconfitta della Fiorentina subita ieri nel match con il Verona. Il giornalista si è inoltre soffermato sulla situazione di Castrovilli.
 

Castrovilli come opportunità in più per la Fiorentina

Una sconfitta da ascrivere alla voce: motivazioni. Ma dentro di questa c’è spazio anche per una piccola storia confortante, marchiata da un gol a metà fra la grazia di Bolle e la prepotenza della Grande Berta. Perché io non so se quella rete certifichi la ripartenza di un campione sfortunato ma so di certo che da ieri Gaetano Castrovilli non è più un ‘ipotesi di calciatore ma un’opportunità concreta in più per la rosa viola e per il calcio tutto. Un giocatore musicale come pochi, che ha saputo affrontare uno spartito intero di sofferenza senza mai una nota stonata prima di riaffiorare dal buio del nulla. «Rieccomi qua - è sembrato infatti dire con gli occhi del dopo gol - con la voglia di dimostrare ancora qualcosa». Magari di nuovo a Firenze, chissà. Che nel calcio mai dire mai. Così dopo Sottil col Sassuolo e Nzola col Bruges, adesso Castro il ballerino che torna a volteggiare. A suggerire come la maglia viola sia il vestito ideale per le piccole grandi storie di riscatto e di rivincita. A me non pare cosa da poco.

ll parere su Verona-Fiorentina

Anche Alberto Polverosi, giornalista del Corriere dello Sport-Stadio, all'interno del quotidiano sportivo, ha commentato la sconfitta subita ieri pomeriggio dalla Fiorentina nella sfida con il Verona.

Nel resto dell’Italia si chiamano sciocchezze, a Firenze bischerate. Palla sotto il controllo di Ranieri, la protegge in attesa dell’uscita di Christensen, che un passo avanti lo fa, ma poi indugia e si ferma, alle spalle del difensore viola c’è Noslin, Ranieri aspetta, Christensen di più, Noslin di meno perché intuisce l’incertezza dei due, porta via la palla e così il sostituto di Terracciano può solo buttarlo giù. Rigore e 1-0 del Verona. Il secondo gol del Verona va invece catalogato fra i “classici” della Fiorentina: ripartenza, errore nella respinta di Milenkovic (condizionato comunque dal tocco di mano di Lazovic) e terrore negli occhi di Christensen che quasi gira la testa davanti alla botta terrificante di Noslin. Di bischerata in bischerata la Fiorentina continua a prendere gol senza senso

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